Consiglieri e associazioni uniti contro la chiusura

Ieri mattina riunione alla Latteria di Bolzano Bellunese tra tutti gli enti e i cittadini che operano nella frazione. «Siamo pronti a scendere in piazza per farci sentire»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Riunione operativa ieri mattina alla latteria di Bolzano Bellunese con tutte le associazioni che gravitano intorno alla frazione e tre consiglieri comunali per decidere le azioni per salvare l’ufficio postale. Presto le intenzioni saranno rese pubbliche, anche se fin da ora i presenti anticipano che sono pronti a organizzare una manifestazione di protesta davanti alla sede centrale delle Poste di piazza Castello a Belluno.

Al vertice c’erano i consiglieri Roberto De Moliner, Emiliano Casagrande e Walter Cibien «una presenza trasversale perché il problema interessa tutti i cittadini e in queste situazioni bisogna andare al di là delle casacche», precisa il primo. Con loro il Comitato frazionale degli usi civici, l’associazione Ricreativa, i Donatori di sangue, il circolo culturale 25 aprile, gli alpini dell’Ana, il comitato di Tisoi. «Il servizio non può essere tolto», spiega De Moliner, «perché diventa fondamentale per gli anziani delle nostre frazioni. Dobbiamo considerare, infatti, che negli ultimi periodi, dopo la chiusura dell’ufficio di Sois, lo sportello di Bolzano Bellunese ha visto un incremento dell’attività perché vi afferiscono gli utenti da Libano, Tisoi, Barp, Sois, Cavarzano e Baldenich e questo perché qui i cittadini possono trovare facilmente parcheggio ma anche perché gli uffici sono meno intasati. Quindi uno sportello che serve anche le località limitrofe come si può chiudere?», si domanda il consigliere democratico.

Quello di ieri è stato un incontro necessario per «riunire tutte le persone e ribadire la posizione con tutto il comprensorio e le associazioni. Questo non è un problema soltanto di Bolzano Bellunese», sottolinea Casagrande che prosegue: «ma anche di altre parti della provincia e rientra in un piano per chiudere quegli uffici che secondo la società sono antieconomici. Decisioni che si prendono a Roma senza tenere conto che da noi anche il collegamento tra le varie frazioni diventa problematico vista la carenza di mezzi pubblici». Parla di un servizio «indispensabile per le frazioni più disagiate», anche il consigliere Cibien. «È necessario mantenere il servizio per le fasce più deboli della popolazione, chiuderlo sarebbe un disastro. Dobbiamo fare di tutto per tenerlo aperto».

La pensa diversamente il presidente del Comitato usi civici di Bolzano Bellunese, Remigio Case che si dice consapevole che «tutti gli sportelli non possono essere mantenuti, ma sarebbe meglio invece garantire un servizio di qualità ad esempio per il recapito della posta, ora disastroso. Mi piacerebbe vedere su questa partita tutti i sindaci uniti a mostrare la loro forza».

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