Consorzio Bim, il rebus in mano ai saggi

Il tavolo si riunirà nuovamente per discutere della presidenza, assemblea convocata entro fine mese

BELLUNO. Per risolvere il rebus del Consorzio Bim torna il campo il “tavolo dei saggi” formato in occasione delle elezioni provinciali. «Mi è stato chiesto di convocarlo» spiega il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, che ne era portavoce, «e lo farò presto».

Il tempo stringe. Il vicepresidente del Consorzio Bim Mario Manfreda ha infatti inviato una lettera ai sindaci annunciando la convocazione di un’assemblea generale entro la fine di dicembre. Tra i punti all’ordine del giorno ci sarà proprio l’elezione del nuovo presidente. Dalle elezioni amministrative, infatti, sono passati diversi mesi e anche lo scoglio delle elezioni provinciali, per la prima volta di secondo grado, è stato superato. Ma l’elezione del Consorzio Bim è una situazione di stallo. All’ultima assemblea era stato lo stesso Manfreda a invitare i sindaci a trovare la quadra per eleggere il nuovo presidente. Nelle scorse settimane, però, era emersa l’intenzione da parte del sindaco di Lozzo di Cadore di dare un segnale ai primi cittadini convocando un’assemblea. E così ha fatto. La prossima mossa ora tocca alle vallate, che dovranno arrivare preparate all’appuntamento, cioè con un nome condiviso.

Un’impresa non facile. All’indomani delle elezioni provinciali, che hanno portato al vertice di palazzo Piloni Daniela Larese Filon, sindaco di Auronzo, il candidato più quotato era Ennio Vigne, primo cittadino di Santa Giustina. Una scelta speculare per area geografica e sensibilità politica, i due criteri che erano stati indicati proprio dal “tavolo dei saggi” chiamato a individuare il futuro governo dell’ente provinciale.

Il tavolo è composto da dieci sindaci: oltre a Jacopo Massaro, che ne è portavoce, c’è proprio la presidente della Provinicia Daniela Larese Filon. Siede al tavolo anche un consigliere provinciale, Leandro Grones, sindaco di Livinallongo del Col di Lana. Ed ancora: il sindaco di Feltre Paolo Perenzin, Renzo Bortolot (Zoppè di Cadore), Camillo De Pellegrin (Forno di Zoldo), Stefano Cesa (Mel) e Dario Walter Todesco (Rivamonte agordino). La lista si conclude con due sindaci che giocano un ruolo importante in questa partita. Lo stesso Vigne, appoggiato dalla vallata feltrina, e Umberto Soccal, sindaco di Pieve d’Alpago. Un nome chiave dato che l’Alpago è l’unico territorio rimasto escluso dal consiglio provinciale, superato in preferenze e peso elettorale dal candidato del Bard Moreno Broccon. A questo complesso puzzle si aggiunge il veto di alcuni sindaci del Cadore e dell’Agordino nei confronti di Vigne e il desiderio di proporre un nome proveniente dai rispettivi territori. Altri, invece, punterebbero su Soccal. La sintesi sembra ancora lontana.

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