Consorzio Brenta, Cerantola unico candidato presidente

Bordignon si è dimesso da consigliere ed esce di scena. Pasa: «Disponibili a collaborare con la nuova governance»

Francesco Dal Mas
Un’immagine della valle lungo la quale scorre il torrente Vanoi
Un’immagine della valle lungo la quale scorre il torrente Vanoi

Paolo Bordignon si è dimesso da consigliere del Consorzio di bonifica Brenta, per cui Martino Cerantola resta, al momento, l’unico candidato alla presidenza. Lunedì 17 marzo l’assemblea elettiva. E il Bellunese, si sa, tifa perché non ci siano sorprese per l’affermazione di colui che ha sempre sposato, insieme alla maggioranza che lo sostiene, l’ipotesi delle alternative alla diga del Vanoi.

Tant’è che Christian Pasa, sindaco di Fonzaso, subito avanza una proposta. «Noi dell’anti Vanoi non siamo mai stati contro la pianura che ha bisogno di irrigazione, ma contro il progetto della diga. Quindi – afferma – ben volentieri siamo disponibili a collaborare con la nuova governance del Consorzio se ci verranno proposte delle alternative che pur riguardando il nostro territorio possano portare beneficio all’irrigazione, senza recare danni alle valli alpine».

Cerantola, se sarà eletto presidente, ha già assicurato, in un’intervista al nostro giornale, che la sua prima uscita sarà nel Feltrino e nel Bellunese, per rassicurare. La maggioranza che lo sostiene ha ripetutamente dichiarato di preferire, alla diga, lo sghiaiamento del Corlo e di altri bacini, nonché la costruzione di invasi non impattanti in pianura e la ricarica delle falde, oltre ad una radicale modifica del sistema di irrigazione. Certo, dirimente sarà l’esito della votazione del 17 marzo.

La maggioranza che ha eletto il Cda, e che fa riferimento a Cerantola e Giustino Mezzalira, sta cercando in questi giorni l’accordo con la minoranza per poter contare sul numero legale della seduta (10+1 consiglieri dei 20 eletti). Non è escluso che la soluzione debba passare per l’inserimento nel cda di un esponente dell’opposizione. Bordignon, considerata la situazione, ha preferito fare un passo indietro e restare vicesindaco di Rosà. Al suo posto subentra Endri Dalla Via, di Pozzoleone.

Cerantola si limita, in queste ore, a confermare la fiducia in un esito positivo del prossimo appuntamento elettorale, auspicando l’unità, o quanto meno la larga maggioranza a sostegno della nuova governance. Il cda eletto è tutto schierato per le alternative del Vanoi, di conseguenza non farà passare la successiva fase di progettazione della diga, come deciso dal cda uscente, quello capeggiato da Enzo Sonza.

Incrocia le dita anche il Comitato popolare anti Vanoi di Michele Facen. «La grande rete di reti che ha coinvolto montagna e pianura, accogliendo il mondo ambientalista, quello agricolo, quello della società civile, sembra finalmente vedere l’alba di un approccio nuovo alle problematiche ambientali che ci attanagliano tutti. Approccio – specifica Facen – non fatto di facili proclami e di soluzioni usa e getta ma di studio scientifico e condivisione dei problemi tra realtà di montagna e pianura».

Secondo Facen, se la diga sul Vanoi «finalmente diventerà un brutto ricordo, non è la vittoria del Comitato ma quello della ragione di chi vive la montagna e la pianura senza pensarle come serbatoio di guadagno facile, ma come risorse da custodire con cura per il futuro delle prossime generazioni».

«È infine la prova – conclude il presidente del Comitato – che ognuno, secondo le proprie possibilità, mettendosi in contatto con gli altri, può mutare il destino collettivo».

Ritorna sull’argomento il sindaco di Fonzaso, Pasa, chiarendo di non voler entrare nel merito delle problematiche elettorali del Consorzio Brenta, ma «inevitabilmente bisogna prendere atto che è prevalsa la linea della ragionevolezza, perché indubbiamente si è preso atto, anche a Cittadella, che un progetto così impattante non avrebbe risolto i loro problemi di irrigazione e, al tempo stesso, avrebbe creato dei problemi alle nostre comunità. Quindi adesso – conclude Pasa – possiamo metterci a lavorare insieme, attorno ad un tavolo, per individuare le soluzioni più efficaci».

La soddisfazione è condivisa anche in Provincia, a Belluno, dove peraltro il presidente Roberto Padrin ribadisce la contrarietà al progetto dei serbatoio ma anche la piena collaborazione per individuare soluzioni che non siano impattanti per il territorio.

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