Consulenze economiche per i malati di ludopatia nel Bellunese

Manzan del Serd: «Cerchiamo professionisti per risolvere i problemi dei pazienti. Sindacati e associazioni di consumatori devono essere al nostro fianco»

R.b.

BELLUNO. Un servizio di consulenza economico-legale per le famiglie in difficoltà finanziaria a causa della dipendenza dal gioco d’azzardo. Ma anche una sensibilizzazione maggiore di chi opera nella società civile, a partire da sindacati e associazioni di consumatori. Sono i punti più importanti del progetto che il dipartimento delle Dipendenze e in particolare il Serd di Belluno intende mettere in atto per contrastare il dilagare della ludopatia.

E questo grazie al fondo per il gioco d’azzardo patologico messo a disposizione dalla Regione Veneto. Un fondo di oltre 4 milioni di euro di cui 150.601 euro andranno all’azienda sanitaria bellunese.

I NUMERI

Negli ultimi anni sono stati circa 200 i bellunesi presi in carico dal Serd per problemi causati dal gioco d’azzardo: 68 nel 2019, 28 nei primi sei mesi del 2022 gli utenti che si sono rivolti al servizio per uscire dal tunnel della dipendenza.

A dirlo è la direttrice del Serd, Amalia Manzan. «Il problema della ludopatia ha subito variazioni e rallentamenti soprattutto durante la pandemia», sottolinea, «quando tabaccherie e locali dove si gioca erano chiusi. Questa situazione ha spinto i malati da gioco a rivolgersi al gioco online, dove si ha minore percezione di quanto si spende».

Alla riapertura delle attività post Covid – sottolinea Manzan – si è vista una risalita dei numeri di ludopatici. «Nel 2021 gli utenti del nostro Serd erano stati complessivamente 37, dal primo gennaio al 30 giugno 2022 abbiamo già avuto 28 persone che si sono rivolte a noi in cerca di aiuto. Visti i numeri dei primi sei mesi dell’anno, ci attendiamo che il fenomeno possa crescere ancora».

Tra i malati di gioco d’azzardo patologico ci sono anche numerose donne, che vivono in maniera diversa il problema rispetto ai giovani o agli anziani: «Il pensionamento rappresenta un momento di rischio», sono le parole di Manzan. «Si hanno più soldi e soprattutto più tempo a disposizione. Le donne? Si colpevolizzano più facilmente degli uomini, e faticano a chiedere aiuto».

Il progetto

Sono anni che l’Ulss mette in campo strategie per contrastare la ludopatia e l’ultimo progetto annuale che sarà realizzato con i soldi giunti dalla Regione, in continuità con i precedenti, si divide in tre settori di intervento. Il piano è partito ad aprile e si concluderà a marzo. La prima area di intervento mira a sensibilizzare e promuovere una maggiore attenzione al problema. Dopo la formazione degli operatori sociali, «quest’anno vogliamo sensibilizzare altri settori, come sindacati e associazioni di consumatori e di pensionati», tiene a precisare la direttrice del Serd di Belluno che aggiunge: «Attraverso uno sportello, vorremmo fornire anche consulenze economico-legali alle famiglie in difficoltà a causa del gioco d’azzardo. L’intento è trovare professionisti disposti a dare consigli sulla gestione del debito. Prima se ne occupavano gli assistenti sociali, ora vorremo coinvolgere dei professionisti».

La seconda area di intervento riguarda la prevenzione: ci sarà una serie di interventi nelle scuole medie e superiori. Infine si dovrà agire sulla cura e riabilitazione, con l’Ulss che implementerà le attività già in atto: «I nostri obiettivi? Individuare gruppi di soggetti a rischio ed estendere sul territorio i gruppi di automutuoaiuto: attualmente ce ne sono due a Belluno, ma vorremmo raggiungere altri territori», conclude Manzan.  

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