Conta dei danni dopo la grandinata: distrutta la produzione orticola
SANTA GIUSTINA
Il giorno dopo la violentissima grandinata abbattutasi su parte del Feltrino e della Valbelluna gli agricoltori e le loro associazioni di categoria fanno la prima conta dei danni.
Conta che minaccia di portare ad un consuntivo pesante, visto che si parla del 70 per cento delle piante compromesse dalla tempesta di acqua e ghiaccio che martedì pomeriggio ha martellato in particolare la zona tra Santa Giustina e Sedico, dove insistono numerose coltivazioni di mais e di soia.
Ma ne hanno risentito, secondo le prime verifiche delle associazioni di categoria, anche le produzioni orticole, come quella di patate e i meleti.
Completamente rovinata la parte superiore delle piante di mais, che nelle settimane scorse avevano raggiunto già una buona altezza: non è detto che le piante colpite ce la facciano a riprendersi e ad arrivare alla produzione di pannocchie.
Già la siccità aveva provocato difficoltà, costringendo parte dei coltivatori a seminare in ritardo sui tempi consueti. Ed ora la violenta tempesta ha inferto un colpo pesantissimo agli agricoltori della zona che comprende Pedavena, Cesiomaggiore, Santa Giustina, Sedico, provocando danni anche in Sinistra Piave. Danni che potranno venire quantificati completamente solo al momento del raccolto.
«Stiamo raccogliendo dai vari associati», spiega Alessandro De Rocco, presidente della Coldiretti di Belluno, «le indicazioni di massima su quello che è stato il danno. È stata avvisata l’Avepa che dovrebbe venire a fare una quantificazione del danno, sulla base di quella cercheremo di capire la strada da seguire e cosa può essere ancora salvato».
«Senz’altro tutta la produzione orticola è persa», spiega De Rocco, «per quello che riguarda mais e soia bisogna vedere, magari qualche appezzamento può recuperarsi. La tempesta ha colpito a macchia di leopardo, la situazione dei danni va dunque valutata da campo a campo».
L’auspicio di Coldiretti Belluno è che «i sindaci, in base all’entità dei danni, possano chiedere lo stato di calamità naturale e avere dunque qualche attenzione in più».
Un percorso, quello della dichiarazione dello stato di calamità, che richiede tempo e passaggi amministrativi, dunque tutta ancora da valutare a poche ore dalla violenta grandinata.
Impegnata nella raccolta di dati anche Confagricoltura Belluno. «Per quanto riguarda i vigneti colpite soprattutto le zone verso Belluno, come Villabruna, Cesiomaggiore e Vignui, con danni che vanno dal 30 al 70 per cento», sottolinea Confagricoltura. «Meglio è andata nelle zone da Feltre a Fonzaso, dove sorge tutta la viticoltura storica, che sono state risparmiate dal fortunale. Gravi danni ai seminativi a Sedico e Santa Giustina». —
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