Conti della Fondazione Vajont: Padrin rassicura sul futuro
Il consigliere di maggioranza Mirko Salvador ha chiesto maggiore trasparenza. Il sindaco e presidente dell’ente: «Ora un nuovo corso, puntiamo sul risparmio»
LONGARONE. Trasparenza di bilanci e comunicazione della Fondazione Vajont sotto la lente di ingrandimento del consiglio comunale di venerdì sera.
Il consigliere di maggioranza Mirko Salvador ha infatti presentato un’interrogazione puntale su alcune criticità dell’ente. «C’è una mancanza di trasparenza generale alla fondazione», ha detto. «Partiamo da fatti recenti, autunno 2021, in cui la fondazione non si è resa disponibile a far entrare il suo bilancio all’interno del consolidato del Comune, chiedendo pure un parere legale a cui il Comune ha dovuto far fronte con un parere contrapposto impegnando tremila euro. Il problema dei bilanci è di lungo corso visto che non è possibile vedere i bilanci dal 2015 al 2020: ad oggi quindi non sappiamo bene quale è lo stato patrimoniale della fondazione. Altro problema sono le operazioni economiche che negli anni hanno fatto perdere alla fondazione circa 88 mila euro, che oggi sono in pratica crediti non esigibili. Tutte queste mancanze sono state segnalate dal Comune, che ha la quota principale della Fondazione, alla Corte dei conti? Mi pare assurdo che per inerzia si intacchi il patrimonio perdendo fondi e che poi la Fondazione spenda altri soldi per pareri legali facendo spendere pure soldi pubblici al Comune per il contro parere legale».
«Il bilancio 2020 della fondazione alla fine è stato presentato», ha risposto il sindaco e presidente della Fondazione, Roberto Padrin, «c’è stato solo un ritardo di cui ci avevano avvertito e quindi non c'erano segnalazioni da fare. Per quanto riguarda il parere legale è stato un atto quasi dovuto perché il diritto sulle partecipate è una materia complessa ed era meglio approfondire. È vero che le perdite segnalate nell'interrogazione hanno eroso il patrimonio della Fondazione ma ora si è aperto un nuovo corso puntando sul recupero dove possibile di queste cifre e sul risparmio dei costi, primo fra tutti quello del personale dell'ente».
Salvador ha poi puntato il dito sulla procedura di nomina del nuovo direttore. Dopo il pensionamento di Giovanni De Lorenzi, nel 2020, era stato annunciato un bando che poi era diventata una manifestazione di interesse per scegliere il successore. Si erano presentati una dozzina di candidati circa ma alla fine era stato scelto l’ex commercialista della Fondazione Mauro Carazzai.
«Alla fine il cda ha deciso che questa era la soluzione ideale», ha replicato Padrin, «Carazzai è una figura di transizione che dovrà gestore il sessantesimo del Vajont e scadrà con l’attuale mandato amministrativo. Chi verrà dopo di noi deciderà il futuro della Fondazione. A breve comunque ci sarà un incontro con i consiglieri comunali un cui il nuovo direttore risponderà a tutti i quesiti economici posti e non solo».
Infine Salvador, e anche la minoranza, hanno chiesto come mai e a che titolo De Lorenzi continui ad avere accesso e chiavi della sede della Fondazione in municipio. Padrin ha risposto che è una fase di passaggio di consegne e che il nuovo direttore spiegherà nel dettaglio anche questa situazione.
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