Conti Lattebusche volano il fatturato e gli incassi dei soci
FELTRE. Una buona dose di coraggio, un pizzico di fortuna e soprattutto una strategia aziendale mirata: questa la ricetta con la quale Lattebusche manda in archivio un 2011 da record, con rendimento del latte che ai soci rende 54,55 euro per ettolitro, superando per la prima volta il muro delle vecchie mille lire per litro. Per la precisione sono 1.056. Il 12 per cento in più rispetto al 2010, addirittura il 33 per cento se si considera anche il 2009. Vola anche il fatturato che raggiunge i 94,5 milioni. Numeri che sembrano impossibili in un contesto socio economico reso difficile dalla crisi. E invece sono una dolce realtà per i soci che ieri mattina hanno approvato il bilancio così come l’aumento del capitale sociale di poco più di un milione e mezzo. È aumentato anche il conferimento del latte da parte dei soci. A snocciolare i dati che segnano il massimo storico per la cooperativa è stato il direttore Antonio Bortoli, che pur non nascondendo le difficoltà future, ha inteso trasmettere un senso di sicurezza e solidità dell’azienda, anche in vista di tempi meno floridi.
Il traino del Grana padano. Con l’acquisizione della latteria di Molinetto a San Pietro in Gù, Lattebusche è diventata il primo produttore di Grana padano del Veneto. E da allora le quotazioni del grana hanno preso il volo. Per tutto il 2011 il prezzo è rimasto stabilmente oltre gli otto euro facendo volare la redditività dell’azienda: «Investire sulla latteria di Molinetto è stata una scelta importante», ha spiegato Bortoli, «resa possibile dall’appoggio del consiglio di amministrazione e dei soci. Lattebusche nella sua storia ha affrontato molte scelte difficili. Senza guardare avanti sarebbe stato difficile superare i momenti critici. Ora mi rende felice presentare questi risultati».
Il ruolo sociale. Prima del direttore era toccato al presidente, Augusto Guerriero, introdurre i lavori facendo una panoramica sull’attività dell’azienda: «Lattebusche è conscia del suo ruolo sociale, rappresentato dalle stalle di montagna, ma la testa è sul mercato. Nel 2011 abbiamo registrato un calo di nove soci, ma l’emorragia si sta arrestando e l’auspicio è quello di una sostanziale tenuta per il futuro. Contestualmente aumentano i conferimenti di materia prima».
I prodotti Dop. Il 79 per cento del latte lavorato ha riguardato Grana, Piave, Montasio e Asiago, quest’ultimo comunque uscito dalla produzione per scelta aziendale. Tutti prodotti Dop per una produzione votata al massimo della qualità. Il grana è stato il mattatore, mentre il Piave si è attestato più o meno sui livelli del 2010 con il Mezzano che risulta il più gradito. Molto bene anche il “Penna nera”, ultimo nato in casa Lattebusche con il deposito del marchio.
I punti deboli. Non mancano i prodotti in sofferenza. Il gelato va male: «I tre marchi principali coprono oltre il 90 per cento e la concorrenza ormai si gioca esclusivamente sul prezzo», ha detto Bortoli. Anche il sorbetto al limone, inventato da Lattebusche alcuni anni fa ora è stato 2copiato” altri grandi marchi che hanno fiutato l’affare togliendo importanti fette di mercato al prodotto della cooperativa.
I Bar Bianchi. I sei punti vendita rendono sempre di più e rappresentano il contatto diretto tra l’azienda e il pubblico. Ecco spiegata la scelta di rifare completamente il bar Bianco di Busche, i cui lavori avanzano a grandi passi. L’impresa Bernardi d’Asolo lavora a pieno ritmo e l’edificio in legno sarà inaugurato per metà luglio.
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