Continua a franare la Sp347: Cibiana rischia l’isolamento
Preoccupazione a Cibiana per le condizioni di precarietà della strada di accesso, da Venas al paese, la provinciale 347 per il passo Cereda. Insistono infatti su questo tracciato ben due frane, provocate ancora dalle precipitazioni della tempesta Vaia.
Una si trova a circa 500 metri dal ponte che attraversa il Boite, un’altra è qualche centinaio di metri più avanti. I materiali caduti da un versante hanno attraversato le due corsie e si sono abbattuti sul guardrail, distruggendolo. Veneto Strade è intervenuta nelle settimane scorse per mettere in sicurezza uno dei due siti. Quando tutti, in paese, speravano che il cantiere si materializzasse anche per la seconda frana, c’è stata delusione perché gli operai hanno smobilitato.
Mauro Populin, per decenni tecnico comunale, da qualche tempo in pensione, ma attivo nel volontariato a sostegno della comunità locale, ha chiesto ai responsabili del cantiere se potevano continuare la loro preziosa opera, ma la risposta è stata sconfortante: per il momento non abbiamo risorse disponibili. Il fatto è che il movimento franoso ha coinvolto la stessa sede stradale in conseguenza delle piogge più recenti. L’asfalto, per una settantina di metri, è transennato lungo una corsia. Ed è proprio sotto le transenne che si stanno registrando pericolosi movimenti. Il timore, a Cibiana, è che salti letteralmente la provinciale.
«In ogni caso», mette le mani avanti Populin, «nell’unica corsia che resta è difficile transitare per un pullman o un camion». Le corriere sono per la gran parte quelle del servizio pubblico, autorizzate, perché le altre non possono affacciarsi a Cibiana se non hanno il benestare di Veneto Strade. Altrettanto accade per i camion. Numerosi sono quelli delle imprese edili o forestali, ma vitale è il transito per gli automezzi della “RB”, la storica azienda di chiavi di Cibiana, che ha un trend positivo in crescita ma che sconta le difficoltà di una viabilità in condizioni di precarietà.
«È l’unica strada che dal Cadore porta a Cibiana», fa presente Populin. «Se si interrompe, gli automobilisti devono circumnavigare mezza provincia, salendo per la Val Zoldana e quindi scendendo da Passo Cibiana». Sempre che non intervenga qualche movimento anche lungo queste altre strade che, quanto a versanti, non sono in perfetta sicurezza.
Il Commissariato per la ricostruzione dal maltempo ha affidato alla società Veneto Strade pressoché tutti gli interventi di emergenza e anche quelli successivi di messa in sicurezza. «I soldi ci sono, non è questo il problema», afferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin. «Immagino piuttosto che ci siano altre motivazioni di carattere tecnico. Verificherò rapidamente e se ci sono i presupposti, come immagino, procederemo di conseguenza perché è evidente che una strada con questi disagi non può presentarsi all’appuntamento con la stagione turistica».
Populin ringrazia, anche a nome dei paesani. «Questa strada ha rappresentato storicamente un handicap per lo sviluppo di Cibiana, non solo per le problematiche idrogeologiche, ma anche per la complessità dei tornanti. Per il passato abbiamo immaginato un altro accesso, anche con un ponte nuovo sul Boite. È dagli anni’ 80 che ne parliamo, ma il problema delle risorse è sempre stato il più grande». —
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