Conto alla rovescia per la Beatificazione di Papa Luciani

La vice postulatrice Falasca ipotizza «un tempo non molto lontano»: tutto dipende da un miracolo in fase di esame





Il «più geniale» papa del Novecento? Non ci sono dubbi per Stefania Falasca, giornalista e scrittrice: è stato Albino Luciani. Falasca è la vicepostulatrice della causa di beatificazione e ieri ha portato la sua testimonianza, insieme a quella di Pia Luciani, la nipote di “Don Albino”, alla trasmissione “A Sua immagine”, che è stata il contenitore anche della messa in diretta trasmessa dall’arcipretale di Canale d’Agordo su Rai 1.

Prima e dopo il rito liturgico, presieduto dal parroco don Mariano Baldovin, si è parlato a lungo di Luciani, di come è cresciuto a Canale, dei suoi molteplici ruoli pastorali e di quei 33 giorni che, quarant’anni fa, cambiarono la storia della Chiesa. Falasca ha confermato che è in corso il processo per il riconoscimento della presunta guarigione miracolosa avvenuta a Buenos Aires e ha ipotizzato che la beatificazione avverrà in «un tempo non molto lontano». Tutto dipende dalla chiusura del capitolo-miracolo che, a quanto pare, dovrebbe essere prossima. A Canale tutti si aspettano che l’anno prossimo sia appunto quello degli Onori degli altari per il figlio più illustre di questa terra.

Pia ha ricordato con commozione lo zio ed ha svelato alcuni episodi inediti. Ha raccontato che nel passaggio da Vittorio Veneto, dov’era vescovo, al patriarcato di Venezia, Luciani le chiese di farle da segretaria. «Io ero appena entrata nella scuola e mi trovai costretta a non accettare, tornando indietro» ha ammesso la nipote del Papa, «forse…». Un’altra simpatica curiosità di Luciani bambino l’ha proposta la stessa Pia, raccontando di come lo zio, da piccolo, portava al pascolo le mucche: «una volta accadde che una di queste mucche, che stava mangiando l’erba, gli ha pure mangiato il quaderno».

«Luciani, quarant’anni fa entrò in conclave senza avere la percezione di poter essere eletto Papa, ma in famiglia» ha riferito sempre Pia Luciani, «c’era il presentimento che, come disse mio padre, “Berto”, prima o poi ce lo portano via». Per Falasca ci sono molte affinità con l’attuale pontefice. Luciani e Bergoglio sono uniti dalla medesima modalità comunicativa, dal linguaggio, dalla tensione verso l’unità dei cristiani, da una Chiesa concepita senza trionfalismi mondani, e soprattutto dalla misericordia. «Mio zio sorrideva anche quando aveva il magone. Mi diceva che aveva imparato a fidarsi della provvidenza».

Falasca si è soffermata anche sulla discussa morte di Giovanni Paolo I, ripresentando però le «prove documentali» riportate anche nel suo libro più recente. “A Sua Immagine” ha fra l’altro proposto un servizio sul museo dedicato al “Papa del sorriso” e lo ha fatto subito prima dell’angelus del Papa, in diretta, quindi in uno dei momenti televisivi più seguiti. Molto sobria la celebrazione della messa, peraltro accompagnata dalla Corale agordina. A testimoniare la vicinanza della comunità civile è intervenuto il sindaco Colcergnan con la giunta municipale. In Chiesa anche alcuni dei precedenti amministratori. Prossimo appuntamento la celebrazione di domenica 26 agosto in occasione del 40esimo dell’elezione di Luciani al soglio pontificio. —

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