Contrattazione sociale hanno aderito 41 Comuni
BELLUNO. Siglati 41 accordi su 52 incontri con altrettanti sindaci della provincia di Belluno. A questi si aggiungono quelli raggiunti con Provincia e Usl 1. Sono i numeri della contrattazione sociale che da alcuni anni Cgil, Cisl, Fnp Cisl e Spi Cgil stanno portando avanti. In poche parole, due Comuni bellunesi su tre hanno siglato un accordo con le parti sociali per aiutare le fasce deboli della popolazione. Come? Potenziando alcuni servizi grazie all’introduzione di una soglia di esenzione all’interno della progressività dell’Irpef.
«Sono passi avanti importanti, che però necessitano di essere meglio calibrati», precisa il segretario aggiunto della Cisl, Rudy Roffaré presentando la relazione. «Siamo arrivati ad un punto in cui è diventato fondamentale conoscere territorio per territorio, comune per comune, quali siano le reali esigenze dei bellunesi, così da poter intervenire laddove c’è bisogno. In questo modo si permette di utilizzare le poche risorse a disposizione ormai degli enti locali in maniera mirata».
«In Italia il taglio ai comuni negli ultimi anni è stato pari a 8,3 miliardi di euro e questo ha messo i sindaci nelle condizioni di provare a limitare i danni soprattutto per la normale gestione amministrativa e per i servizi sociali essenziali. Purtroppo i piccoli comuni hanno enormi difficoltà a garantire il minimo essenziale. Ecco perché occorre analizzare in maniera approfondita i bisogni dei cittadini, per concentrare le poche risorse disponibili sulla persona e sulla famiglia».
Alcuni numeri. Il dato più eclatante è quello relativo alla popolazione, che quest’anno ha raggiunto quota 204.356, un dato falsato dalla presenza degli Aire, che sono oltre 50 mila in provincia. A diminuire sono anche gli immigrati, passati dai 12.956 del 2016 ai 12.143 dello scorso mese di aprile. «Perdiamo popolazione a 360 gradi, con una maggiore flessione sulle terre alte», commenta Roffaré.
A questo impoverimento di popolazione, si aggiunge una diminuzione della spesa sociale da parte di ben 23 comuni, rispetto ai 41 che hanno siglato l’accordo. «Per questo chiediamo che venga applicata la progressività all’Irpef e che la soglia di esenzione venga aumentata. Ben 10 comuni, perlopiù della Valbelluna, hanno accettato questa sfida, tra questi quelli più grossi, ovvero Belluno, Feltre, Ponte e Agordo, mentre quattro, pur applicando la progressività, non pongono le soglie di esenzione. Otto, invece sono i comuni che hanno un’unica aliquota con soglia di esenzione.
«Quest’anno abbiamo chiesto a 26 comuni di alzare l’esenzione dell’aliquota Irpef», conclude Roffaré.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi