Contributi sospetti, scuola bellunese sotto inchiesta
BELLUNO. Un istituto scolastico privato è finito nel mirino della procura della Repubblica per aver ottenuto illecitamente alcuni finanziamenti dalla Regione Veneto. Pochi giorni fa gli uomini della polizia giudiziaria hanno messo a segno un blitz nella sede della scuola. Sono stati perquisiti gli uffici del preside e della segreteria e sono stati sequestrati numerosi incartamenti. Sono poche le notizie filtrate sulla delicata inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Simone Marcon. Ma il quadro accusatorio sembra piuttosto delineato. I militari della Guardia di Finanza si sono presentati nella sede dell’istituto privato di Belluno con un mandato di perquisizione della procura, notificando tre avvisi di garanzia nei confronti del legale rappresentante della scuola, in questo caso il preside, di un insegnante e di un addetto alla segreteria. Le ipotesi di accusa, contestate alle tre persone indagate sono pesantissime: truffa ai danni dello stato e falso in atto pubblico. Nel corso del blitz, gli uomini della polizia giudiziaria si sono concentrati, soprattutto, sulla documentazione riguardante un particolare corso di formazione, finanziato dalla Regione Veneto. Tutto materiale che poi è stato posto sotto sequestro da parte della polizia giudiziaria ed ora è a disposizione del pubblico ministero Marcon.
Stando a quanto s’è appreso il nodo dell’inchiesta riguarda i contributi percepiti dalla Regione per un corso di formazione. In altre parole, la scuola avrebbe presentato all’ente la richiesta di finanziamento con dati fasulli sul numero dei partecipanti. Il tutto al fine di ottenere un maggiore finanziamento. Nell’elenco dei partecipanti sarebbero comparsi i nomi di studenti che avrebbero effettivamente frequentato l’istituto scolastico privato. Dati anagrafici veri, dunque. Ma quegli studenti non avrebbero partecipato a quel particolare corso foraggiato dalla Regione. La segnalazione alla procura della Repubblica di Belluno sarebbe arrivata dallo stesso ente che, dopo aver erogato il contributo, incrociando i dati avrebbe scoperto delle anomalie piuttosto sospette.
Dopo i primi informali accertamenti, gli uomini della polizia giudiziaria hanno ricevuto dal pm Marcon il mandato di perquisizione negli uffici dell’istituto scolastico bellunese. Sul registro degli indagati sono stati iscritti i nomi del preside, di un insegnante e di una segretaria. In altre parole le persone che avrebbero avvallato l’illecita richiesta di rimborso.
L’indagine è appena partita. Soltanto dopo l’analisi attenta delle carte sequestrate gli investigatori avranno una chiara idea sulle presunte responsabilità e sul destino giudiziario degli indagati.
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