Contro il cancro al seno c’è un nuovo strumento
L’apparecchio è stato donato dal Comitato Prevenzione salute donna «Con la tomosintesi mammaria tridimensionale vediamo il 30% di tumori in più»
BELLUNO. La lotta al cancro della mammella si arricchisce di un nuovo strumento, un’apparecchiatura donata dal Comitato prevenzione salute donna del valore di 110 mila euro.
Si tratta dalla tomosintesi mammaria digitale tridimensionale, che permetterà di studiare la mammella da più angolazioni: queste, ricostruite da un software, consentiranno la visualizzazione in dettaglio del tessuto mammario nelle tre dimensioni. «In questo modo si garantisce un accurato esame, che permetterà una diagnosi più precisa dei tumori mammari», spiega il direttore dell’unità operativa di Radiologia del San Martino, Paolo D’Andrea, durante la presentazione ufficiale del nuovo strumento diagnostico, già operativo da giugno.
«Si tratta di un sistema di ultima generazione, dotato di numerose innovazioni tecnologiche e prodotto dalla ditta Ims Giotto spa», sottolinea il direttore generale dell’Usl, Adriano Rasi Caldogno, che ringrazia la generosità del comitato Prevenzione salute donna che ha contribuito con ben 110.654 euro all’acquisto di questa strumentazione.
«Alla raccolta hanno partecipato anche il comitato Casa Tua con un contributo di 20 mila euro e l’associazione Cucchini con 5 mila euro», ha precisato Laura De Bona, tesoriera del comitato che riunisce diverse associazioni (Ados, Avo, Croce Rossa, Federcasalinghe, Fidapa, International Inner Wheel Club, Lilt e Soroptimist Belluno e Feltre). «È stato uno sforzo non indifferente, che si aggiunge ad altre otto donazioni che abbiamo fatto dal 2005, quando si è costituito il comitato, per un totale di 300 mila euro di attrezzature donate». «Questa unità per tomosintesi permette di fare anche biopsie mirate a pazienti prone. Lo studio del tumore mammario», aggiunge D’Andrea, «presto sarà arricchito anche di un’ulteriore strumentazione per lo studio con mezzo di contrasto».
La tomosintesi è un esame di secondo livello, in poche parole viene prescritto qualora si individui già qualche anomalia dopo una mammografia: «Permette di individuare il 30% in più di tumori, grazie alla maggior precisione delle immagini, evitando così alle donne di sottoporsi a prelievi fastidiosi», ha precisato anche Bianca Maria Masinielli che, insieme alla collega Bordin, si occupa proprio della lettura di questi esami per l’intera provincia. «Una buona diagnosi è uguale a una buona chirurgia: più possiamo individuare con precisione il tumore già dalla radiologia, più sarà agevolato il chirurgo nella sua asportazione».
«I vantaggi maggiori che deriveranno da questa strumentazione sono ad appannaggio dei seni cosiddetti difficili, con elevata densità ghiandolare, in quanto si evitano fenomeni di sovrapposizione di tessuti come invece capita nelle proiezioni bidimensionali. In questo modo vengono svelate eventuali lesioni che potrebbero essere mascherate nell’immagine di insieme», ha concluso D’Andrea.
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