Contro le valanghe installati gli “Obellx”

ROCCA PIETORE. Posizionati e collaudati gli esploditori “Obellx” sul Passo Fedaia per proteggere seggiovia e rifugi dalle valanghe. Si tratta del sistema più grande al mondo di questo tipo. Giovedì scorso si sono svolte le operazioni di posizionamento e di test del nuovo impianto per il distacco artificiale preventivo delle valanghe chiamato Obellix. Sono un’evoluzione del già noto “Gaz.ex” che sfrutta la detonazione di una miscela di gas come detonatore: le vibrazioni provocate dall’esplosione “scuotono” il manto nevoso instabile favorendone lo scivolamento verso valle. L’impianto realizzato nel corso dell’estate lungo il Passo Fedaia si è reso necessario dopo la grande slavina che nel febbraio scorso travolse un pilone della seggiovia Capanna Bill-Passo Padon, di uno skilift. Un’altra valanga provocò danni anche al vicino rifugio Tabià Palazza. Un intervento richiesto proprio dalle autorità competenti per autorizzare nuovamente gli impianti a tornare in servizio.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione tra il Comune di Rocca Pietore e la Società Padon, gestore degli impianti del Padon. Un impianto costato più di 1,5 milioni di euro, coperti per un milione da un contributo della Regione Veneto allo stesso Comune che ha provveduto all’acquisto di 13 esploditori.
«Senza l’apporto del Comune – spiega il sindaco Andrea De Bernardin – la piccola società “Padon” non avrebbe potuto da sola sostenere l’intera spesa. Un solo “Obellx infatti costa quasi 100 mila euro». Nel corso dell’estate sono state costruiti i 18 basamenti in cemento dove vengono posizionati gli esploditori: una sorta di “campana” che poggia a sua volta su un supporto alto tre metri. Tredici si trovano sul lato della Marmolada, cinque sul lato del Padon. Giovedì, grazie all’ausilio di un elicottero, si è provveduto al loro collocamento in sede. E proprio questa è una delle caratteristiche più innovative del sistema: quella di non avere bisogno di operatori a terra. Le campane infatti si agganciano in maniera automatica al supporto grazie alla manovra dall’elicottero. Sarebbe tra l’altro difficile, se non impossibile, mandare un operatore a piedi lungo il ripido Laston di Serauta.
L’operazione si è svolta nel migliore dei modi, malgrado il vento forte e gli 800 chili di ogni singola campana. È iniziata la fase di collaudo con l’accensione di alcune cariche, che avviene a distanza, le quali hanno anche già causato una slavina. Esperimento riuscito quindi al 100%. «L’impianto ha un minimo impatto visivo – sottolinea De Bernardin - Questa era una preoccupazione del Comitato Unesco». In estate, sempre con l’elicottero, saranno riportati a valle per essere ricaricati di gas. Seggiovia e rifugi saranno al sicuro dalle valanghe.
Lorenzo Soratroi
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