Convalidato il sequestro del reparto Oggi summit in procura con lo Spisal

Uno dei perni s’è rotto. La siviera trasportata dal carro ponte s’è staccata. E la colata di acciaio fuso è finita a terra con il suo carico di 90 tonnellate di metallo a oltre 1350 gradi. Nessun...

Uno dei perni s’è rotto. La siviera trasportata dal carro ponte s’è staccata. E la colata di acciaio fuso è finita a terra con il suo carico di 90 tonnellate di metallo a oltre 1350 gradi. Nessun dubbio sulla dinamica dell’incidente. Ma perché quel perno s’è spezzato? Come è potuto accadere se era stato revisionato durante le ferie pasquali e quella parte di macchina, tre anni prima, era stata sostituita in blocco? E ancora: perché i due operai investiti dalla bomba di calore che, di fatto, li ha bruciati vivi, erano così vicini alle siviere trasferite dal carroponte? Sono state rispettate le norme di sicurezza che impongono precise distanze dalle attrezzature con materiale incandescente e un abbigliamento adeguato? Per ora nessun indagato. Ma è solo questione di ore. Già oggi l’inchiesta verrà assegnata al magistrato che dovrà portarla a conclusione: lo deciderà il procuratore capo Matteo Stuccilli e sarà un pm del gruppo competente a occuparsi di sicurezza nel lavoro, coordinato dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari. Per stamane è previsto un summit in procura con i tecnici dello Spisal che hanno trasmesso il rapporto sul caso. Intanto il pm di turno, Valeria Spinosa (in foto), ha convalidato il sequestro del reparto dove è accaduto l’incidente e delle attrezzature. Un sequestro probatorio destinato a “cristallizzare” il più possibile la scena. A breve la procura nominerà un consulente tecnico. Obiettivo: ricostruire la dinamica. E individuare le cause che hanno portato alla tragedia, passaggio fondamentale per arrivare all’accertamento delle (eventuali) responsabilità all’interno delle Acciaierie Venete.

Cristina Genesin

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