Coppia non paga più il mutuo e denuncia la banca per usura

Marito e moglie volevano aprire un negozio e si sono visti pignorare l’abitazione La Procura chiede due volte l’archiviazione e il giudice si riserva sull’opposizione



Direttore di banca indagato per usura. Il pubblico ministero Gallego ha chiesto l’archiviazione sul mutuo per l’apertura di un negozio a Ponte nelle Alpi, ma i due contraenti hanno presentato opposizione e ieri il giudice per le indagini preliminari Scolozzi si è riservata.

Ci vorrà qualche giorno per sciogliere la riserva e capire se si arriverà all’archiviazione definitiva del procedimento oppure a nuove indagini o ancora all’imputazione coatta, cioè alla scrittura dell’incolpazione e, quindi, al processo. L’indagato è difeso dall’avvocato Sperandio e ritiene di aver operato bene e di non meritare il ruolo di imputato.

Il 31 agosto 2010 una coppia di pontalpini si era rivolta alla filiale locale di una banca e aveva accesso un mutuo per 270 mila euro. Intendeva aprire una bottega e aveva messo in preventivo d’impiegarci 15 anni per pagare il debito. Ecco perché aveva scelto un piano di rientro di 180 rate mensili da 1.900 euro e spiccioli ciascuna. La propria casa come garanzia di solvibilità.

Per un certo periodo di tempo, i pagamenti sono stati onorati, poi i soldi sono finiti e la crisi economica non ha aiutato l’operazione ammortamento. La banca ha pignorato la casa fatta stimare da un perito edile e i due clienti insolventi hanno impugnato il pignoramento, presentando una prima denuncia il 4 luglio 2017, nella quale sostenevano che l’istituto di credito aveva praticato un tasso usurario non meglio precisato e coinvolgevano l’amministratore, il legale rappresentante e anche il direttore della filiale di Ponte.

C’è stata una perizia da parte dello specialista Gabriele Dozzo, che sulla base di Euribor e spread del tempo ha stabilito che il tasso non era usurario, di conseguenza il reato non era configurabile. Il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione e il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta, chiudendo per il momento il fascicolo.

C’è stata una seconda denuncia sulla base dei medesimi presupposti e la stessa pubblica accusa ha avanzato una nuova richiesta di archiviazione, perché non si può essere giudicati due volte per la stessa cosa, in più dalla consulenza non erano usciti fatti nuovi e tali da cambiare il quadro della situazione. Ma a questo proposito è anche vero che l’azione penale non è stata esercitata e non c’è stata alcuna sentenza.

I due denuncianti hanno presentato opposizione, tramite l’avvocato veneziano Bozzone, chiedendo che ci siano almeno nuove indagini e, nell’udienza di ieri mattina, il giudice Scolozzi si è riservata la decisione finale. Servirà qualche tempo per arrivare a una soluzione. —





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