Coppie di fatto: a settembre le firme
BELLUNO. La Casa dei beni comuni, all'interno del progetto Rovesci diritti, avvia il percorso per chiedere al Comune il riconoscimento delle coppie di fatto. Lo farà con una delibera di iniziativa popolare, scritta con l'aiuto dell'avvocato Antonio Rotelli, presidente di Avvocatura dei diritti Lgbti – Rete Lenford e esperto sulla tematica.
Il documento è in bozza, e aperto al contributo dei cittadini e delle istituzioni: «Non lo stravolgeremo, ma se ci saranno integrazioni che giudicheremo adeguate le inseriremo», precisa Lorenzo Bogo. Nel testo è confluita anche la proposta del Movimento 5 stelle, che voleva presentare nel prossimo consiglio comunale una richiesta molto simile a quella della Casa dei beni comuni. «Ne abbiamo discusso e abbiamo deciso di convergere sulla delibera di iniziativa popolare», continua Bogo. Strumento che va nella direzione di una cittadinanza attiva e partecipe. Per essere presentata in consiglio comunale ha bisogno di 300 firme autenticate da un consigliere, per questo la Casa dei beni comuni ha già preso contati con alcuni gruppi: oltre al Movimento 5 stelle, che appoggia l'iniziativa, c'è l'accordo per un incontro con il Pd e anche il sindaco Massaro ha mostrato una certa apertura: «Ne parleremo anche con le liste che lo sostengono, siamo aperti alle loro integrazioni», aggiunge Bogo. L'amministrazione sembra dunque aver fatto un passo verso il progetto della Casa dei beni comuni, dopo che, nei mesi scorsi, aveva definito il riconoscimento delle coppie di fatto «non una priorità».
I ragazzi lavorano a questo percorso da febbraio e con la delibera di iniziativa popolare mettono un primo, importante, tassello nella battaglia per il riconoscimento dei diritti anche delle coppie che non sono sposate ma legate da un vincolo di affettività. Eterosessuali e omosessuali, indistintamente.
«Quello a cui puntiamo è un avanzamento reale sul piano dei diritti. Con la delibera chiediamo al Comune di riconoscere le coppie di fatto, come del resto già prevede una legge emanata dall'allora presidente della Repubblica Cossiga nel 1989, e di allargare i servizi anche a queste famiglie», aggiunge Bogo. Si parla di assistenza sanitaria, ma anche dell'accesso alle case popolari, all'assistenza al coniuge, in ospedale come in carcere.
Oggi chi non è sposato legalmente è invece «discriminato», continua Bogo, «perché non gli viene riconosciuta la possibilità di assistere il proprio partner». La Casa dei beni comuni punta a superare questo scoglio, modificando i regolamenti per l'erogazione dei servizi. Vuole farlo con il contributo di tutta la città. «Fino al 15 agosto la delibera potrà essere modificata e integrata», conclude Lorenzo Bogo. «Chiunque volesse dare il suo contributo può contattarci attraverso la nostra pagina facebook Rovesci diritti o via mail a rovescidiritti@gmail.com». Dal 15 agosto partirà la stesura definitiva e in settembre inizierà la raccolta firme. Ne servono trecento, autenticate, che poi andranno depositate all'ufficio anagrafe e controllate. A quel punto il consiglio comunale è obbligato a discutere la delibera entro sei mesi.
Alessia Forzin
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