Cordele, quasi pronto il Piano
Affidato l’incarico per gli elaborati da trasmettere alla Provincia
BELLUNO. Da ormai tredici anni nessun sacchetto di rifiuti viene gettato nella discarica di Cordele 2. Ma il sito non è ancora chiuso, dal punto di vista amministrativo. Per definirlo tale servono una serie di documenti, che finalmente il Comune ha dato incarico di produrre. Con la determina di giovedì scorso, il dirigente ha infatti affidato allo studio di ingegneria Madella Engineering di Padova il compito di preparare il Piano di gestione in fase post operativa con determinazione dei relativi costi, il Piano Finanziario, una proposta di Piano di sorveglianza e controllo, il Piano di ripristino ambientale, nonché tavole illustrative e ogni altro elaborato utile a completare la pratica amministrativa. A bilancio ci sono 7.612,80 euro per l’incarico.
Tutti i documenti saranno poi trasmessi alla Provincia, l’ente che ha il compito di definire che la discarica è chiusa. Anche dal punto di vista amministrativo. «Questi elaborati servono per chiudere definitivamente la discarica, e anche per ottenere dalla Provincia l’autorizzazione a costruire il depuratore che ci permetterà di depurare il percolato direttamente a Cordele, risparmiando così sui costi di smaltimento», spiega l’assessore comunale all’ambiente, Stefania Ganz. Il depuratore, infatti, è contenuto nel piano di gestione del post mortem della discarica.
Ogni anno smaltire il percolato fa spendere al Comune fra i 300 e i 400 mila euro, una cifra che si potrà ridurre grazie al depuratore. Lo ha progettato Bellunum, società che ha ricebuto in gestione da pochi mesi la discarica per le manutenzioni ordinarie, ma dovrebbe pagarlo il Comune. «Il depuratore dovrebbe essere autorizzato a breve», assicura la Ganz, «e nel 2018 sarà realizzato».
Il depuratore, dunque, rientra nell’ormai famoso Piano per la gestione del post mortem di Cordele, che la Provincia attende da anni. In realtà il Comune ne aveva presentato uno non appena la discarica cessò di essere operativa, nel 2004. Ma proprio in quegli anni uscì il decreto 36, che ampliò i tempi del post mortem da 15 a 30 anni. Il Comune presentò un Piano per un post mortem da 30 anni, molto oneroso, la Provincia non lo accettò perché doveva essere considerata la situazione ante decreto, visto che la discarica aveva cessato di ricevere rifiuti prima che uscisse il decreto. Da allora, e sono passati oltre dieci anni, nessun altro Piano è stato prodotto. Ma la situazione è in via di risoluzione.
Grazie agli elaborati che produrrà lo studio Madella, infatti, si potrà trasmettere alla Provincia un Piano per la chiusura della discarica da un punto di vista anche amministrativo. Quando sarà approvato, la Provincia restituirà anche al Comune la cifra (circa due milioni di euro) che è stata accantonata nell’apposito fondo vincolato e che serve proprio per gestire la fase di post mortem del sito. Insomma, la lunga storia di Cordele pare essere arrivata a conclusione.
(a.f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video