Cordele, si progetta il depuratore
BELLUNO. Smaltire il percolato, il liquido prodotto dalla discarica di Cordele, costa ogni anno una cifra fra i 350 e i 450 mila euro. Dipende dal meteo, perché quando le piogge sono più frequenti, e intense, la discarica produce quantità maggiori di percolato, che va smaltito con ditte specializzate. Da tempo il Comune e Bellunum ragionano sulle possibili soluzioni da adottare, e quella di costruire un depuratore in loco appare la più sostenibile. Il progetto lo sta predisponendo Bellunum e il depuratore sarà pronto a maggio 2017.
La data è stata comunicata martedì sera in commissione urbanistica, convocata per fare il punto della situazione sulla discarica. Le questioni aperte sono diverse. Da un lato c'è il problema della spesa per smaltire il percolato. «Abbiamo chiesto di rispettare i tempi previsti e chiesto di convocare un'altra commissione, con la presenza anche di Bellunum, per capire a che punto è la progettazione», spiega il consigliere del Pd Roberto De Moliner. «Non possiamo più spendere 450 mila euro per il percolato. L'investimento necessario per il depuratore, considerando la spesa che sosteniamo oggi, sarebbe ammortizzato nel giro di uno o due anni».
L'altra partita aperta riguarda la chiusura della discarica. Nel sito di Cordele 2 non si stoccano i rifiuti dal 2004, ma la Provincia non ha mai emesso il decreto di chiusura, che fa partire anche i tempi per il post mortem. Per Cordele la Provincia aveva approvato a suo tempo un post mortem di quindici anni, anche se la normativa europea del 2002 prevedeva un limite temporale di trenta. Il Comune nel 2004 presentò un piano di interventi per chiudere la discarica, versando anche una cauzione di circa due milioni e mezzo di euro a garanzia che i lavori sarebbero stati eseguiti. Quei soldi saranno restituiti al Comune non appena saranno stati ultimati e certificati i lavori.
Palazzo Piloni però non approvò quel piano. La procedura si è paralizzata e la discarica di Cordele, ad oggi, non si trova formalmente in post esercizio. Il Comune dopo anni sta completando i lavori per la chiusura della discarica (è in corso la sostituzione dei piezometri, per esempio), ma rimane un dubbio: il post mortem di quindici anni inizierà a far data dall'emissione del decreto di chiusura o la Provincia terrà in considerazione che ne sono passati dodici da quando i rifiuti non vengono più stoccati a Cordele?
«Ci auguriamo che la Provincia non assuma provvedimenti che sarebbero gravosi per la collettività», spiega il presidente della commissione urbanistica Emiliano Casarande. Ovvero che Palazzo Piloni tenga conto del tempo passato. Così il post mortem durerebbe solo altri tre anni. Altrimenti quindici, a far data dal giorno di emissione del decreto di chiusura.
Considerando inoltre che Cordele è stata per lungo tempo una discarica a servizio di numerosi Comuni della provincia, a Palazzo Rosso non sono molto d'accordo di sobbarcarsi in toto i costi della gestione per i prossimi quindici anni. Le prossime settimane saranno decisive per chiudere una questione che si trascina da anni e che è stata illustrata martedì in commissione.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi