Cordele, «valutare se serve il depuratore»
BELLUNO. Ci sono voluti quattordici anni per chiudere, dal punto di vista amministrativo, la discarica di Cordele. La conferenza dei servizi ieri mattina ha approvato (a porte chiuse) il piano di gestione post operativa dell’impianto. Con limite temporale a 15 anni, come ha chiesto il Comune facendo valere una sentenza del Tar. Il rischio era che il periodo del post mortem diventasse di 30 anni, perché quando Cordele ha smesso di ricevere rifiuti, nel 2004, è cambiata la normativa sul post mortem. Ma la tariffa applicata per lo smaltimento dei rifiuti ai Comuni che hanno usato l’impianto di Cordele era tarata sui 15 anni, e su questo periodo sono stati predisposti gli accantonamenti. Questi soldi devono essere restituiti al Comune di Belluno, ma le modalità saranno trattate in altra sede.
Come sarà definita a parte la questione del depuratore per lo smaltimento del percolato, il liquido prodotto dai rifiuti. È un rifiuto speciale, che da anni il Comune deve smaltire affidandosi a ditte specializzate. Da quando è esploso il caso Pfas, inoltre, l’attenzione è aumentata. Smaltire il percolato costa ogni anno fra i 350 e i 400 mila euro. Bellunum, cui è stata affidata la gestione della discarica poco tempo fa, ha proposto di fare un depuratore a Cordele, ma «questo impianto non è stato inserito nel piano finanziario preparato dal Comune e presentato in Provincia», spiega il consigliere provinciale con delega all’ambiente Alessandro Dalla Gasperina. «Andrà valutato a parte, anche perché bisogna valutare se è necessario o meno». Il Comune di Belluno ha anche chiesto di valutare eventuali costi aggiuntivi per la gestione del post mortem, che graverebbero sulle casse di Palazzo Rosso, e la Provincia ha deciso di coinvolgere tutti i Comuni che hanno usato quella discarica per risolvere il problema.
Quella di ieri è dunque una tappa importante, ma non decisiva per Cordele. Il post mortem terminerà ufficialmente il 19 giugno 2021 (si fa partire il periodo di 15 anni dal collaudo della copertura, avvenuto il 19 giugno 2006), ma ciò non significa che per quella data la discarica smetterà di produrre percolato. Per abbattere i costi si potrebbe costruire un depuratore, come ha proposto Bellunum, ma nel verbale della conferenza è scritto che questo impianto deve essere inquadrato dal punto di vista normativo e amministrativo e che devono essere fatte valutazioni tecniche sulla capacità del sistema di trattare anche i Pfas e i Pfos. «Sarà anche necessario installare una torcia più piccola di quella esistente fino all’esaurimento del biogas», aggiunge Dalla Gasperina. A sei mesi dalla scadenza del post mortem, infine, saranno valutate le cosiddette «pressioni ambientali», come biogas e percolato. Sono ancora molti, dunque, i nodi da sciogliere nella storia infinita dell’impianto di Cordele. (a.f.)
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