Cori beceri, la Digos a caccia ai responsabili

Inquireti al lavoro per dare un volto agli autori dei cori contro la donna suicida per il coro hard: potrebbe trattarsi di “daspati”

BELLUNO. Beceri di sicuro, fuorilegge forse: i “daspati” lì non ci potevano stare. La polizia sta indagando e cercando di identificare gli ultras del Treviso calcio che sabato sono andati in trasferta sul campo del Sedico. Lì un gruppetto di tifosi biancocelesti si è “distinto” per alcuni cori beceri intonati nel dopopartita all’esterno dello stadio contro la ragazza che si è suicidata per la diffusione in rete dei propri video hard. Fino a qui siamo solo nel campo della volgarità più becera, a meno che i parenti della ragazza suicida intendano presentare querela per diffamazione.

A Sedico cori beceri dei tifosi del Treviso contro la giovane suicida
I tifosi del Treviso sugli spalti a Sedico

Un’ipotesi di reato più concreta, invece, secondo le questure di Treviso e di Belluno, è quella di violazione del “daspo”, ovvero il divieto ad assistere a manifestazioni sportive: alcuni dei tifosi presenti sabato a Sedico potrebbero essere tra quelli colpiti di recente dal daspo (quattro anni) a seguito degli scontri contro gli ultras della Triestina, avvenuti a Treviso il 30 luglio scorso. Le rispettive Digos lavorano all’identificazione dei presenti anche grazie alle foto della curva dei tifosi scattate dai quotidiani locali. La violazione del daspo è pesante, dal punto di vista penale: si rischiano da uno a tre anni di reclusione e la multa da diecimila a quartantamila euro.

La notizia dei cori beceri, intanto, ha fatto il giro d’Italia. Una bella vetrina per Treviso, non c’è che dire. Dai social si sono alzate accuse di «falsità» contro i giornali, tra i quali il nostro che hanno riportato la notizia dei cori contro la ragazza suicida. In effetti un’imprecisione c’è stata, quando abbiamo riferito genericamente di «cori allo stadio». In realtà, come hanno raccontato i cronisti sportivi (di diverse testate) presenti sul luogo, l’episodio si è verificato nel dopopartita, quando gli spalti erano ormai vuoti e i cori sono partiti da un gruppetto di ultras trevigiani che erano già usciti dallo stadio.

Gli ultras biancocelesti si sono resi protagonisti anche del lancio di qualche oggetto in campo. È una prassi (goliardica per gli ultras, becera per tutti gli altri), invece, inventare e cantare in curva cori “ispirati” a fatti di cronaca anche tragici, dal mostro di Firenze al delitto di Avetrana passando per quello di Cogne e mille altri.

Come detto: lì, a parte eventuali denunce dei parenti, siamo al pessimo gusto. Se tra di loro ci sono dei daspati, il discorso cambia decisamente.

Fabio Poloni

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