Coronavirus a Belluno, morte altre due anziane ricoverate: «Non l’ho potuta salutare»

Le vittime salgono a 10 con Luigia Boccanegra di Belluno e Maria Loss del Primiero. Il commosso ricordo del 70enne alpino

BELLUNO. «L’hanno ricoverata domenica ma io non ho fatto in tempo a vederla perchè quando sono arrivato era già in reparto. È morta mercoledì sera e in questo periodo non ho potuto che avere sue notizie da splendidi medici e infermieri che mi rispondevano al telefono. Ma so che mia madre è morta serena e va là dove voleva andare».

Luigia Boccanegra, 95 anni, è la nona vittima per le complicanze del Coronavirus in provincia di Belluno. Suo figlio Dario Dal Borgo (la famiglia è originaria di Pieve d’Alpago), 70 anni, vive a Treviso: la dura legge del Covid anche in questo caso ha falciato ogni contatto personale. Chi muore muore solo, con la sola vicinanza di medici e infermieri che diventano sherpa di parole-saluti-affetto-calore. Ai parenti non è concesso neanche accompagnare i defunti al funerale: 9 su 10 sono in quarantena.

E ieri i numeri delle statistiche registrano la decima vittima Covid: un sorriso timido quello di Maria Loss, una primierotta di 83 anni di Canal S.Bovo, ricoverata all’ospedale di Feltre. Si è spenta nel pomeriggio di ieri al Santa Maria del Prato. Sono 8 invece i bambini positivi, dimessi o ricoverati: tre nei due anni di età.

Luigia Boccanegra era stata ricoverata domenica mattina al San Martino, pneumologia. Suo figlio Dario Dal Borgo, racconta gli ultimi giorni dell’anziana madre: lui abita a Treviso, dove è alla guida di un gruppo degli alpini della città.

«Mia madre aveva già problemi di cuore e spesso aveva bisogno dell’ossigeno», racconta Dal Borgo «La scorsa settimana sono venuto a trovarla, lei mi ha detto che stava bene, forse aveva un po’ di mal di testa ma non mi ha voluto preoccupare».

Luigia Boccanegra abitava a Cusighe con la badante Maria che la seguiva da tre anni circa: sul fine settimana ha accusato dei problemi ulteriori e, dopo la visita del medico curante, la famiglia ha dovuto chiamare la guardia medica. All’anziana è stato fatto un primo tampone a casa, poi domenica la badante ha lanciato l’allarme. La chiamata al 118, quindi intorno alle 7 del mattino «è stata ricoverata. Purtroppo non ho potuto vederla, sono salito da Treviso ma era già in ospedale e non mi hanno fatto entrare: le hanno fatto anche un secondo tampone».

Nel frattempo è arrivato l’esito del primo: positivo al virus. L’anziana è stata trasferita in area Covid (pneumologia) dove è spirata mercoledì sera.

«Mi hanno chiamato i sanitari, sono stati gentilissimi, immensi: mi hanno anche avvertito che quanto di valore aveva con sè, è custodito senza problemi. Ecco, devo dire una cosa: non ho mai trovato delle persone così disponibili e gentili. Sia medici, sia infermieri. Quando l’hanno ricoverata non sapevo come fare per avere notizie, non dico neanche per parlarci: quindi chiamavo lì, in reparto. Sia l’infermiere che la dottoressa hanno dimostrato una disponibilità infinita. Ogni giorno facevo una o due telefonate, non parlavo con la mamma ma ho sempre avuto aggiornamenti sul suo stato. Non ho mai visto una cosa del genere, sono stati veramente eccezionali specie in questo momento in cui sono oberati di lavoro».

Come è avvenuto questo aggravamento di salute?

«Molto rapido. Aveva già problemi di cuore e di respirazione: spesso aveva bisogno dell’ossigeno a casa. Ma quando martedì scorso sono salito su a trovarla era tranquilla. Mi aveva detto solo che aveva un po’ di mal di testa. Ci sentivamo tutti i giorni al telefono: del resto io vivo a Treviso. Con lei c’era una badante, Maria, altra persona eccezionale».

Quando l’ha sentita l’ultima volta? «Sabato pomeriggio alle 17: le ho chiesto come stava, l’ho un po’ tirata su. Ma secondo me, come tutte le mamme, non voleva farmi preoccupare. Anche martedì17, quando sono salito a trovarla, mi ha detto che stava bene e che aveva solo un po’ di mal di testa. Poi la situazione è precipitata sabato notte e domenica mattina presto è stata ricoverata. Penso che il virus abbia accelerato la sua salute, già difficile. Il primo tampone che le hanno fatto a casa, domenica ha avuto il suo esito positivo».

Non ha potuto vederla, la accompagnerà al funerale? Stamane «viene tumulata alle 10, a Pieve d’Alpago dove aveva comprato il loculo vicino a papà. Io non potrò esserci: sono in quarantena. Dopo un’ora dal responso del tampone mi hanno chiamato per dirmi che ero in quarantena. Ci saranno i miei cugini. Ma le posso dire che mia madre è morta serena, non stata intubata, era solo attaccata all’ossigeno. Non ho potuto vederla, è vero, ma lei ora è lì dove voleva andare, vicino a papà. Ho fatto di tutto per accontentarla».

“Quando potrà, c’è la fede di sua madre in cassaforte e può venire a prenderla”: la telefonata arriva alle 22 di mercoledì in casa Dal Borgo, «Era l’infermiere. A me queste cose lasciano il segno: è vero che certi valori ci sono ancora». —
 

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