Corteo dalla stazione al centro «Via a un movimento di lotta»

BELLUNO. Potere ai lavoratori. Nel giorno in cui l'Italia ha festeggiato la Liberazione dal nazifascismo, si è alzata anche la voce del partito comunista dei lavoratori, che a Belluno ha la sua...

BELLUNO. Potere ai lavoratori. Nel giorno in cui l'Italia ha festeggiato la Liberazione dal nazifascismo, si è alzata anche la voce del partito comunista dei lavoratori, che a Belluno ha la sua sezione e che ieri ha dato vita a un corteo rosso per ricordare che «Non è questa la Repubblica per cui hanno lottato i partigiani». Erano una decina i partecipanti all'iniziativa. Alle 11 si sono radunati nel piazzale della stazione, hanno atteso i ritardatari e, dispiegate bandiere e lo striscione “Il fazzoletto era ed è rosso, non tricolore” si sono diretti verso piazza dei Martiri e poi al parco Città di Bologna, camminando compatti e lanciando slogan come “Solo e sempre Resistenza” e “Un solo errore quel 25 aprile: aver posato la canna del fucile”.

«Il 25 aprile del 1945 la sollevazione partigiana chiuse la pagina buia del fascismo nella speranza di una vera alternativa di società e potere», raccontano i militanti. «Un'alternativa che liquidasse le classi dirigenti padronali del paese e aprisse la via del potere ai lavoratori. I governi di unità nazionale tra Togliatti e De Gasperi hanno realizzato un programma opposto: la ricostruzione del capitalismo italiano». Il partito comunista dei lavoratori appoggia la lotta armata al fascismo, ma non si ferma alle conquiste democratiche ottenute con la liberazione dall'invasore: chiede che il potere torni in mano ai lavoratori e che si costruisca un'economia di tipo socialista in tutta Italia. «Invece oggi il padronato sferra il suo attacco ai lavoratori. Lo fanno tutti: Pd, Pdl, Monti, partiti che si differenziano solo mediaticamente». Per non dire del Movimento 5 stelle, che «punta alla conquista del potere politico in monopolio, con la soppressione di tutti i partiti, dei sindacati, dei cosiddetti corpi intermedi».

Nemmeno i sindacati sembrano andare nella direzione voluta dal Pcl: «La Cgil, che sarebbe quella più a sinistra, va sempre a inchinarsi al padronato. Oggi è necessario costruire un nuovo movimento di lotta dei lavoratori, a partire da quelli delle aziende in crisi. Oggi le lotte rimangono isolate, e al sindacato va bene che sia così. A noi no». La lotta si farà occupando le fabbriche e dando vita ad uno sciopero generale che durerà «fino a quando non ci saranno risposte vere per i lavoratori». Questo, per il Pcl, è l'unico modo per risolvere la crisi in atto. Ieri era la prima volta che il partito comunista dei lavoratori si trovava a sfilare per le strade cittadine nel giorno della Liberazione: «Vogliamo dare un segnale. Che oggi sia l'inizio di un nuovo 25 aprile. Rosso, come deve essere». (a.f.)

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