Cortina, aperti dieci alberghi ma Corso Italia resta vuoto

Un Natale con neve e pioggia, poi ieri il Santo Stefano è stato da cartolina il bel tempo ha convinto a brevi passeggiate ma ovunque regna l’incertezza 

Marina Menardi / cortina

Una giornata di Natale grigia e piovosa a Cortina, con un Corso Italia inedito, vuoto e desolato, e tutte le serrande dei negozi chiusi.

È il Natale della pandemia, dell’Italia in zona rossa, che sta mettendo tutti a dura prova, Cortina compresa. Come tutte le città turistiche, anche la Regina delle Dolomiti è fortemente penalizzata dalla chiusura dei servizi dell’ospitalità e dell’impiantistica sportiva, e da una situazione sanitaria non molto confortante.

Ieri, giornata di Santo Stefano, il clima – per lo meno quello meteorologico – è cambiato: una giornata splendida di stampo invernale, fredda e soleggiata, con tanta luce dovuta al riflesso della neve.

La desolazione se n’è andata, almeno in parte, e le persone che sono arrivate nella Conca, quasi tutti ospiti delle seconde case, si sono mosse per godere dello splendido ambiente che Cortina offre. Molte le persone che si sono cimentate sulle piste di fondo del centro di Fiames; i maestri della scuola sci Dolomiti non erano disponibili (lo saranno da lunedì fino a mercoledì, e poi il 4 gennaio) ma le piste sono battute al completo per i circa 70 km di itinerari che collegano anche in direzione Dobbiaco. Corso Italia era ieri più animato, anche se si è molto lontani dai Natali scorsi: un po’ di via vai di persone lungo il centro addobbato per l’occasione, ma d’altronde le norme restrittive consentono di uscire solamente per stretta necessità. Gli alberghi aperti rimangono molto pochi – una decina circa – meno di quanto era stato preannunciato prima delle vacanze.

«Dovevano essere 20 gli hotel in apertura per il periodo natalizio, ma alla fine si sono ridotti a circa la metà», spiega Roberta Alverà, presidente degli albergatori. «Si tratta più di dare un servizio che di un vero guadagno. Se qualcuno vuole venire a Cortina per motivi non solo turistici, ma anche per altre motivazioni, è giusto che trovi delle strutture aperte».

Infatti è arrivata la squadra di sci alpino femminile, che alloggerà all’hotel Serena, per potersi allenare qualche giornata al Col Gallina. «Per ora andiamo avanti così fino al 7 gennaio, perché non sono arrivate prenotazioni in questi giorni. Poi c’è un grande punto di domanda». Non è chiara infatti ancora la questione dell’apertura degli impianti, che potrebbe slittare verso metà o anche fine gennaio.

«Decideranno in seguito se aprire per la metà o fine gennaio nel caso la situazione si normalizzi e gli impianti possano aprire. Lo spirito che accompagna un po’ tutti è, da un lato la voglia di ripartenza, e dall’altro la massima incertezza sul futuro. Chi si mette in gioco facendo anche assunzioni di dipendenti non sa come procederà il seguito della stagione. Le prenotazioni sono veramente poche e nessuna sicura, ma il settore dell’ospitalità, con la massima attenzione alle regole, prova a mettersi in gioco». –

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