Cortina: falso pass, giornalista assolto
Giovanni Augusti era stato accusato di uso d'atto contraffatto. Il contrassegno non gli sarebbe comunque servito per evitare la multa per divieto di sosta
Un pass per invalidi
CORTINA.
Fu accusato di uso di atto falso dopo che i vigili urbani di Cortina trovarono, "parzialmente esposto", nel cruscotto della sua Jaguar grigio metallizzata, un pass per invalidi contraffatto. E nonostante lui avesse effettivamente spiegato ai vigili che quel pass era stato dimenticato da un suo conoscente, tra l'altro deceduto mesi prima, e che non voleva assolutamente utilizzarlo per fare il furbo, oltre a due multe (uso del pass e divieto di sosta), si è ritrovato appunto a processo per uso d'atto falso. Ma ieri mattina, il giudice del tribunale di Belluno, sezione staccata di Pieve di Cadore, Cristina Cittolin, l'ha assolto perché il fatto non sussiste. Una notizia che il giornalista Rai, già docente all'Università la Sapienza di Roma, Giovanni Martines Augusti, 47 anni di Bologna, ha accolto con sollievo. "Tanto, troppo rumore - ne è stata la reazione - per un grossolano equivoco". E l'equivoco è stato spiegato in punta di diritto dal suo legale, l'avvocato Roberto Pregaglia. Ma veniamo prima ai fatti. È il 21 agosto 2006 quando i vigili urbani di Cortina intervengono in via Battisti, dove il traffico è letteralmente congestionato. I vigili provvedono subito a rimuovere e a multare una fila di automezzi posteggiati, sul lato destro della strada, in divieto di sosta. L'ultimo dei veicoli da rimuovere è la Jaguar di Martines Augusti. I vigili procedono quindi a rimuovere il veicolo e a rifilare al proprietario, che nel frattempo era arrivato sul posto, una doppia multa: per divieto di sosta e per l'uso indebito del contrassegno falso. Parallelamente alle contravvenzioni amministrative, nei confronti di Martines Augusti si innescava il procedimento penale conclusosi ieri con l'assoluzione. La disquisizione sul fatto che l'imputato abbia effettivamente compiuto reato o meno è stata puramente tecnica. Quali sono state, dunque, le argomentazioni difensive che hanno portato all'assoluzione dell'imputato, nonostante la pubblica accusa avesse chiesto la sua condanna a 4 mesi di reclusione? Il legale dell'imputato ha sostenuto in arringa che la presenza di quel pass sul cruscotto era ininfluente ai fini della commissione del reato. Il pass falso per invalidi non avrebbe comportato alcun giovamento al proprietario della Jaguar in quanto l'auto era in divieto di sosta. Non dunque in un parcheggio normale o riservato ad invalidi per il quale, la presenza del pass, avrebbe avuto un senso. «La presenza sul cruscotto del documento falso - ha sostenuto l'avvocato Pregaglia in aula - in una situazione incompatibile con l'utilizzo ed il vantaggio è giuridicamente irrilevante e determina l'insussistenza del fatto contestato». Martines Augusti non compì alcun reato. Da qua la decisione del giudice Cittolin di assolvere l'imputato perché il fatto non sussiste. Naturalmente soddisfatta la difesa.
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