Giro di fatture false: finanziere rimosso dal servizio
Sfruttati anche i dati dei clienti di una gioielleria di Cortina. Il maresciallo condannato per rivelazione di segreti d’ufficio
Utilizzati i dati dei clienti di due gioiellerie per un giro di fatture false. Un maresciallo della Guardia di Finanza di Rimini è stato rimosso dal servizio a seguito di un’indagine amministrativa e penale che ha svelato un complesso sistema basato su fatture false. La vicenda, sviluppatasi tra Riccione e Cortina d’Ampezzo, ha coinvolto dati appartenenti a gioiellerie, utilizzati senza il loro consenso.
Secondo le accuse, il maresciallo avrebbe sfruttato la propria posizione per accedere e fornire i dati identificativi completi di clienti di Riccione e Cortina d’Ampezzo, agevolando la creazione di documenti falsi indirizzati all’Agenzia delle Entrate di Rimini.
Queste fatture, apparentemente emesse a favore di una società sammarinese, avevano lo scopo di sostenere un imprenditore che era stato sottoposto a verifiche fiscali.
Nonostante il maresciallo sia stato assolto per il reato di corruzione e prosciolto per altre accuse, è stato condannato per rivelazione di segreti d’ufficio, sebbene in Appello fosse intervenuta la prescrizione.
Tale condanna ha spinto il Consiglio di Stato a confermare in via definitiva la sua rimozione dal servizio, valutando “l’aspetto relativo alla rivelazione di informazioni riservate”, il che “è parte rilevante e preponderante e comunque di per se sufficiente a giustificare la decisione espulsiva”.
Insomma, era giusto andare con la mano pesante anche perché, sottolineano i giudici, si tratta “di comportamenti gravi, che confliggono irreparabilmente con lo status rivestito”, e la vicenda “ha reciso inevitabilmente quel rapporto che deve legare i militari del corpo ai valori fondanti della istituzione, in special modo ai doveri di onestà e di legalità e non nocumento sull’immagine”.
Le gioiellerie coinvolte, del tutto ignare del sistema fraudolento messo in atto, hanno subito un grave danno d’immagine a causa dell’uso improprio dei loro dati personali.
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