Cortina: «Non è nei nostri piani»
La risposta della Rurale alle richieste della costituenda Bcc

Il presidente della Rurale Luciano Bernardi
BELLUNO.
«La nostra è una politica dei piccoli passi». Luciano Bernardi, presidente della Cassa rurale di Cortina e delle Dolomiti, non lo dice espressamente ma l'idea di un allargamento alla costituenda banca di credito cooperativo di Feltre e Belluno non gli piace. «E' una iniziativa che rispetto ma che non rientra nel nostro piano strategico». La questione è stata trattata in un recente consiglio d'amministrazione. La presunta rivalità Cortina-resto della provincia - sottolinea il presidente - non c'entra nulla. Bernardi lo dice subito a scanso di equivoci: «Abbiamo anche una filiale a Ponte nelle Alpi e siamo pronti a discutere dell'entrata nel cda di rappresentanti delle vallate dove operiamo, ma ogni passaggio deve essere graduale». Insomma, un accorpamento con la Bcc di Feltre e Belluno - realtà peraltro ancora da nascere - potrebbe essere una forzatura: «Quello che abbiamo raggiunto fino a oggi è stato costruito in cento anni di storia», afferma Bernardi. «E poi prevedere un accorpamento o una fusione non rientra nei nostri piani». Se da un lato il presidente della cassa rurale con cuore in Ampezzo "gela" il comitato promotore, dall'altro ne loda l'entusiasmo: «E' una iniziativa encomiabile». Ma è il classico zuccherino dopo la bastonata. L'ipotesi di una collaborazione tra casse era stata lanciata nelle settimane scorse dall'avvocato Giorgio Azzalini - del comitato promotore della Bcc - proprio a Bernardi. Si tratta di uno dei piani di uscita (qualcuno la chiamerebbe "exit strategy") nel caso in cui non si arrivasse alla cifra dei cinque milioni di euro necessari per dare vita alla nuova banca. Attualmente le adesioni continuano ad arrivare negli uffici di Belluno e Feltre, ma mancano cifre in grado di dare un colpo di reni alla corsa. Dal canto suo, la cassa rurale di Cortina è l'unica interamente bellunese (in Trentino sono una cinquantina), come sottolineato dallo stesso Azzalini al nostro giornale pochi giorni fa. Ma Cortina dice di non volere scossoni: «Il momento di crisi attuale ci impone di muoverci con maggiore cautela», prosegue Bernardi. «Realizzare una banca ora è un'impresa molto difficile. Bisogna essere prudenti». Bernardi ribadisce come non ci sia nessun "localismo": «Nel 1996 abbiamo inglobato la vecchia Cassa rurale di Rocca Pietore. Oggi nel cda ci sono due consiglieri agordini. Cosa che vorremmo fare anche per Pieve di Cadore e Ponte nelle Alpi dove ci sono dei nostri sportelli». Ed è sempre il presidente della cassa ampezzana a ricordare come di una banca di credito cooperativo anche per la parte bassa della provincia si fosse parlato più volte pure in passato: «Ma la costruzione di una cassa come la nostra deve partire dal basso». Al comitato promotore della Bcc restano altre strade, come l'alleanza con una cassa rurale trentina, ipotesi che nessuno esclude.
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