Cortina regina con 1,5 milioni il Bellunese quarto in Veneto
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Il turismo è un giacimento pieno d’oro per il Veneto. Lo evidenziano i dati sull’imposta di soggiorno diffusi dalla Fondazione Think Tank Nord Est, e che si riferiscono alle stime di incasso per il 2018. La reginetta resta la provincia di Venezia, che prevede di incassare dall’imposta di soggiorno 46.780.000 euro, seguono Verona (12,7 milioni di euro) e Padova (5,7 milioni). Il Bellunese prevede di incassare 2.750.000 euro. Rispetto al 2017 gli introiti sarebbero triplicati (la conferma si avrà a fine anno). Chiudono la classifica le province di Treviso (1,4 milioni di euro), Vicenza (1.030.000) e Rovigo (470 mila euro).
Ma è tutto il Veneto a crescere: complessivamente la regione incasserà nel 2018 70,9 milioni di euro, con un aumento rispetto all’anno scorso del 19,6 per cento (circa 12 milioni di euro).
«Si tratta di un’entrata vitale per le amministrazioni, non può essere eliminata», commenta il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli. «Va invece investita per rendere ancora più competitiva l’industria del turismo».
In provincia di Belluno si conferma leader Cortina, con un milione e mezzo di euro dalla tassa di soggiorno. Il Bellunese guadagna una posizione in classifica rispetto all’anno scorso con il quarto posto e un gettito previsto di 2,75 milioni di euro (Cortina 1,5 milioni, Livinallongo e Auronzo 270 mila, Falcade 130 mila e Belluno 125 mila), grazie ad una crescita record di incassi stimata del +208,5% rispetto il 2017.
L’imposta di soggiorno garantisce risorse importanti ai Comuni che l’hanno istituita, il cui impiego è vincolato: devono essere spese nel campo del turismo. Nel contratto di governo fra Lega e Movimento 5 stelle c’è un punto che prevede l’abolizione di questa imposta, e i sindaci salgono sulle barricate.
«Anche se l’abbiamo istituita solo l’anno scorso, per noi è essenziale», spiega il primo cittadino di Cortina Gianpietro Ghedina. «Già subiamo i tagli dello Stato (sui 20 milioni che incassiamo dall’Imu ne dobbiamo restituire dieci per il fondo di perequazione), non possiamo fare a meno dell’imposta di soggiorno».
«Sono risorse vitali», aggiunge il sindaco di Falcade Michele Costa. «Sarebbe ridicolo toglierla, anche perché c’è libertà di applicazione da parte dei Comuni. Se ci togliessero la possibilità di applicarla sarei costretto a fare tagli ai servizi per 130 mila euro».
«Sia lo Stato a fare la cura dimagrante, basta applicarla sui Comuni», tuona il sindaco di Livinallongo Leandro Grones. «Penso abbiano ampi margini per risparmiare, a Roma, mentre noi Comuni non ne abbiamo più e queste risorse per noi sono fondamentali». A Livinallongo e Falcade l’imposta di soggiorno c’è da cinque anni.
«A livello internazionale non è percepita come un peso», chiude Ghedina, «perché consente ai villeggianti di trovare servizi ogni anno migliori, proprio grazie agli investimenti che si riescono a fare con queste risorse». Giù le mani dalla tassa di soggiorno, insomma. —
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