La ristrutturazione del “Frenademetz” regalerà 70 posti letto a uso foresteria
Partono i lavori al terzo e al quarto piano dell’ex orfanotrofio: la parrocchia pensa di darli in gestione agli albergatori. Potrebbero diventare alloggi per il personale delle attività presenti in paese

Un’altra enorme gru è apparsa ieri nel centro di Cortina d’Ampezzo, precisamente nell’area del parco giochi dell’asilo parrocchiale, nei pressi degli edifici della canonica e “Frenademetz”, di proprietà della Parrocchia di Cortina. Stanno infatti per iniziare i lavori di adeguamento normativo e ristrutturazione del terzo e quarto piano dell’edificio “Frenademetz”, il più datato dei due, risalente agli anni Sessanta (il secondo è degli anni Settanta), dove si ricaveranno 35 stanze con bagno, doppie o singole, a seconda delle metrature, per circa 70 posti letto, senza le cucine; in altre parole, i due piani saranno adibiti a uso foresteria.
Nato come orfanotrofio, l’edifico “Frenademetz” è ora adibito ad attività parrocchiali e alla scuola materna, per quanto riguarda il piano terra, il primo e il secondo piano, mentre il terzo e quarto sono in disuso dalla fine anni Novanta. «Gli ultimi orfani qui ospitati sono del 1993, dopo di ché per un periodo sono stati ospitati ragazzi affidati dai tribunali, e in seguito questa necessità è calata», spiega il parroco don Ivano Brambilla. Da allora nulla è stato fatto per recuperare gli spazi, oggi in disuso, anche se non proprio mal messi, ma che avrebbero comunque bisogno di un adeguamento.
La ristrutturazione è partita solo ora in quanto legata alla vendita di Villa Alessandra, di proprietà della parrocchia: una vicenda che risale ancora agli anni Novanta, ma che si è concretizzata solamente di recente. Dopo varie trattative con il Comune che hanno attraversato tre amministrazioni (Franceschi, Ghedina e Lorenzi), la Villa che si trova in via Roma tra il Savoia Residence Palace e la casa dell’Anas è stata finalmente venduta, per un incasso di 6,5 milioni di euro. «Da questa cifra, bisogna poi togliere 1,2 milioni che sono andati al Comune per il cambio di destinazione, 450mila euro in spese legali e commercialista, 200 mila di tasse varie, 400 mila di oneri già versati al Comune per l’urbanizzazione, e 1,5 milioni per un appartamento che da contratto abbiamo dovuto acquistare», spiega don Ivano.
A conti fatti, rimangono 2,8 milioni, anche se il milione e mezzo dell’appartamento può rientrare nella disponibilità della parrocchia attraverso la vendita. In definitiva, la cifra a disposizione è di circa 4,3 milioni, per fare innanzitutto il cappotto di tutta la struttura completa, la sistemazione dei tubi del riscaldamento, i serramenti nuovi di tutta la struttura, e poi le camere del terzo e quarto piano. Per volontà testamentaria, Villa Alessandra deve essere utilizzata per attività con finalità pastorali, ovvero di ricaduta sul territorio.
A questo punto, la domanda è: che cosa fare con le stanze ricavate al Frenademetz? «Noi come parrocchia non siamo in grado di gestire la struttura; cerchiamo pertanto qualcuno che prenda le camere per gestirle, insomma intendiamo affittare i due piani. La nostra idea è di affittare il terzo e il quarto piano e con il ricavato sistemare anche i piani sotto, perché il bilancio della Parrocchia, al momento sostenibile, non potrebbe sopportare un tale onere», dice don Ivano.
L’ipotesi più accreditata per il momento è quella di affittare tutte le stanze e dare la gestione del comparto agli albergatori per poter dare alloggio al personale, anche se don Ivano afferma che: «non vi è ancora alcun impegno scritto con nessuno». Il problema della promiscuità per il personale che alloggerebbe ai piani superiori è stato risolto con una scala esterna e con un ascensore esterno che non ha fermata ai piani inferiori. —
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