Seggiovia Mietres, opere ancora in piedi: il Comune di Cortina ordina la demolizione

Sopralluogo dei carabinieri forestali: ancora lì i basamenti dei piloni e le costruzioni teoricamente abbattuti già nel 2022

Alessandro Michielli
La partenza dell’ex impianto di risalita Col Tondo-Mietres allo stato attuale
La partenza dell’ex impianto di risalita Col Tondo-Mietres allo stato attuale

La seggiovia Col Tondo – Mietres, dismessa da diversi anni, diventa un caso di presunte violazioni urbanistico-edilizie e paesaggistiche.

L’impianto, infatti, nel 2022 è stato dichiarato “demolito e smantellato” dalla proprietà: una cosa che in realtà non è mai avvenuta, come certificato di recente da un controllo svolto dai carabinieri forestali.

La ricostruzione

Il personale del nucleo carabinieri forestali di Cortina d’Ampezzo, lo scorso 5 ottobre, ha svolto un sopralluogo all’ex impianto di risalita dove ha riscontrato la presenza dei basamenti in cemento dei piloni.

Fino a qui nulla di strano, se non che gli stessi erano al centro di un progetto di smantellamento e demolizione approvato dalla Conferenza di servizi del 25 settembre del 2019, con il presidente della conferenza che dichiarava: «Al fine di ridurre l’impatto ambientale in area soggetta a vincolo paesaggistico si prescrive di effettuare la rimozione delle strutture edili fino a 30 cm sotto il piano di campagna».

A ottobre scorso, però, i carabinieri forestali hanno segnalato nello specifico che «presso il tracciato dell’impianto permangono parti in cemento quali: i basamenti dei diciassette piloni costituenti il tracciato dell’impianto e parte della stazione di partenza dell’impianto e l’intera struttura della stazione di arrivo del medesimo».

Una comunicazione sorprendente, visto che il 28 novembre 2022 un professionista – per conto della società proprietaria dell’impianto – comunicava la fine dei lavori di demolizione e smantellamento della seggiovia.

Non solo: la dichiarazione di ultimazione lavori fatta dalla ditta esecutrice della demolizione, affermava che «le opere sono state integralmente eseguite», e che i lavori erano stati terminati il 26 novembre 2022.

La situazione constatata dai carabinieri forestali, insomma, non rispecchia quanto dichiarato dalla ditta operante e non segue le disposizioni date nel 2019 dalla Provincia – Servizio impianti a fune, che aveva approvato il progetto per la demolizione della seggiovia, con la dismissione delle piste asservite e la ridefinizione del tracciato della pista da discesa Quattro per la decadenza della concessione di linea.

L’intervento del Comune

Il caso, quindi, ha preso nuovamente piede: la Provincia di Belluno, il 15 gennaio scorso, ha inviato una nota al Comune di Cortina in riferimento alla segnalazione di presunte violazioni urbanistico-edilizie e paesaggistiche relative all’impianto in oggetto.

Il Comune di Cortina ha preso atto della segnalazione arrivata: «La situazione di fatto risulta difforme da quanto dichiarato dalla ditta operante e da quanto disposto dalla Provincia di Belluno – Servizio impianti a fune», ha sottolineato infatti l’Ufficio edilizia privata.

Il Comune, a quel punto, ha ritenuto opportuno ordinare la rimozione dei basamenti e delle strutture residue dell’impianto di risalita ai fini della sistemazione dell’area con un’ordinanza che dice: «Il Comune ordina la demolizione dei basamenti in cemento dei diciassette tralicci a sostegno della fune della seggiovia e delle strutture che costituiscono la stazione di partenza e d’arrivo della seggiovia, con conseguente rimessione in pristino dello stato dei luoghi entro 60 (sessanta) giorni dalla data di notifica della presente».

La proprietà, osserva il Comune nell’ordinanza, ha informato che procederà con la demolizione completa dell’impianto non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno, presumibilmente da maggio, quando il manto nevoso sarà sciolto.

In ogni caso l’ordine di togliere tutto è stato formalizzato. E l’ordinanza è stata trasmessa, oltre che alla polizia locale che dovrà vigilare sulla sua esecuzione, anche alla Procura della Repubblica di Belluno.

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