Cortina: sei anni per gli abusi sui minori
Maxi-stangata ad un cinquantenne per violenza sessuale
Ancora una volta dei ragazzini alle prese con “attenzioni particolari”
CORTINA.
Sei anni di reclusione. Maxi-stangata del giudice Giorgio Cozzarini ad un cinquantenne di Cortina, F.A., finito a processo per violenza sessuale e corruzione di minorenni. Accuse che gli valsero un arresto nell'agosto del 2009. Poco dopo il giorno di Ferragosto dell'anno scorso, infatti, i carabinieri della compagnia di Cortina, coordinati dal capitano Filippo Vanni, si presentarono alla sua porta di casa con un ordine di custodia cautelare. Ad incastrarlo le denunce dei genitori di una decina di ragazzini che frequentavano gli impianti sciistici dell'Ampezzano, dove F.A. lavorava. Dalla perquisizione della sua abitazione saltò fuori anche del materiale pedo-pornografico, per la detenzione del quale A.F. è stato condannato, nel giugno scorso, dai giudici del tribunale dei minori di Venezia, a due anni e dieci mesi di reclusione. I genitori raccolsero, nell'inverno del 2008, le confidenze dei figli sugli strani e anomali comportamenti del cinquantenne ampezzano e provvidero poi a denunciarlo. Dalle querele presentate ne scaturì un'inchiesta, durata diversi mesi. Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe allungato, in un 'occasione, le mani sulle parti intime di due ragazzini. Palpeggiamenti che gli è valsa l'accusa di violenza sessuale su minori. Altri 8 minorenni, che frequentavano invece gli impianti sciistici dove lavorava A.F., avrebbero invece assistito, in un casolare di una pista, ad atti di esibizionismo da parte dell'imputato. Da qui l'accusa di corruzione di minorenni. Ieri mattina, il processo in rito abbreviato davanti al gup Cozzarini. Un processo rigorosamente a porte chiuse, nel corso del quale la pubblica accusa e la difesa si sono affrontate portando argomentazioni opposte. Secondo il pubblico ministero, le accuse di violenza sessuale e corruzione di minore hanno ottenuto prove e riscontri inconfutabili nel corso dell'inchiesta. Per questo motivo ha chiesto una condanna pesantissima. La difesa, invece, con l'avvocato Paolo Marson del foro di Padova, ha sollevato perplessità in arringa in merito agli interrogatori delle parti offese che non avrebbero osservato le linee guida previste per l'audizione dei minorenni nel corso delle indagini preliminari. Il legale padovano, inoltre, non ha ritenuto sussistente l'imputazione di corruzione dei minorenni, classificando piuttosto le azioni contestate all'imputato come dei semplici, seppur gravi, atti osceni (un reato punito dal codice penale in modo decisamente più blando). Alla fine il giudice Cozzarini ha condannato l'imputato a sei anni di reclusione, accogliendo le richieste del pubblico ministero. Una sentenza che, preannuncia l'avvocato Marson, sarà impugnata in Corte d'Appello a Venezia, dopo aver attentamente letto le motivazioni.
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