«Così non va, pronta la mobilitazione»
BELLUNO. «Il Governo è convinto che la scuola si possa riformare a colpi di slogan, ha scelto quindi di andare avanti nonostante le numerose richieste di confronto avanzate anche dai sindacati». Critiche le parti sociali nei confronti dell’approvazione della “Buona scuola” tanto che minacciano iniziative di protesta a partire da settembre anche a livello locale. «Questo Governo si assume la responsabilità del mancato dialogo con il mondo della scuola, di cui ha ignorato competenze, professionalità ed esperienza», dice Tiziana Merotto della Cisl Scuola Belluno Treviso. «Le nostre mobilitazioni non erano una mera resistenza corporativa al cambiamento in quanto, su ogni aspetto della legge, dalle modalità e numero di assunzioni, alla gestione del personale, alle valutazioni, alla valorizzazione del merito, avevamo avanzato precise e argomentate proposte che sono state puntualmente ignorate».
I sindacati fanno presente che avevano chiesto un tempo adeguato al confronto e alle proposte che è stato disatteso «facendo pesare il ricatto delle assunzioni, estorcendo così consenso su linee da noi non condivise», prosegue Merotto, «proprio sulle assunzioni ci sarà una situazione d’emergenza, per cui prevediamo decine di ricorsi e nuove agitazioni. Le farraginose procedure di assunzione sono, infatti, destinate a innescare un diffuso contenzioso che dovrà essere di conseguenza governato. Quello che ci preoccupa, inoltre, è che questa legge non introduca fattori di sana competizione, bensì pericolosi contesti di conflitto e tensione, andando a minare quel senso di comunità educante che si è costruito nel tempo, una comunità fondata su valori e principi di partecipazione e collegialità. Per tutti questi motivi», conclude la sindacalista, «la mobilitazione di lavoratori, genitori e studenti proseguirà».
Parla di “vergogna” anche lo Snals. «È una vergogna che Governo e Parlamento abbiano dato vita a una legge ignorando la vera e unica buona scuola che è quella che lavorando quotidianamente ha salvaguardato tra mille difficoltà l’istruzione e la formazione nel nostro Paese».
Lo Snals entra nel merito delle critiche: «In questo modo non si risolvono i problemi legati alla stabilizzazione del personale delle scuole dell’infanzia, inoltre siamo di fronte ad una gestione della scuola che compromette la libertà di insegnamento, depotenzia le competenze del collegio docenti e del consiglio di istituto annullando, di fatto, la collegialità. C’è poi da rimarcare l’esclusione della scuola dell’infanzia dalla riforma e l’assenza di soluzioni anche per il personale Ata».
Di fronte a tutto questo anche lo Snals evidenzia come esista ancora «un sottile filo di speranza legato al presidente della Repubblica che auspichiamo proceda ad un’attenta verifica di tutti gli aspetti di costituzionalità della legge prima che venga promulgata con la sua firma. Come Snals oltre a intraprendere tutte le possibili iniziative sul piano giudiziario, continueremo la mobilitazione mettendo a rischio non solo il regolare inizio dell’anno scolastico, ma anche il suo intero andamento fino a quando non verranno superati i principali motivi di dissenso, o con un altro provvedimento legislativo o con la sottoscrizione del rinnovo del contratto».
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