Costi elevati, anche le stalle sono in crisi

L'allarme del direttore della Cia Alpagotti: «Gli imprenditori stanno riducendo il numero di capi per sopravvivere»
Allevamento di bovini
Allevamento di bovini
BELLUNO. È allarme per i produttori di carne in provincia di Belluno. «Il problema del settore è molto serio», sottolinea Mauro Alpagotti, direttore della Cia, «specie per quanto riguarda i controlli sulle carcasse provenienti dall'Est Europa e l'aumento dei costi dei mangimi saliti del 20-25% nell'ultimo anno sia per l'incremento dei prezzi delle materie prime (mais e soia) sia per il prezzo del carburante». «In vent'anni il prezzo con cui pagano ai produttori la carne è rimasto pressochè invariato, mentre è più che raddoppiato quello di vendita al consumatore. E ciò viene risentito anche dalle nostre aziende che hanno iniziato a ridurre il numero di capi nelle stalle», precisa Alpagotti che sottolinea come due sono le tipologie di problemi del settore: quello legato al valore di vendita invariato e ai costi del consumo, e quello legato alla filiera e ai controlli sulla merce. «I controlli eseguiti dalla nostra Usl sono buoni. Il problema sono quelli sulle carcasse provenienti dall'Est Europa che vanno alla grande distribuzione». La questione igienico-sanitaria non è certo di poco conto e «sta contribuendo ad aumentare la profonda crisi del settore dovuta anche agli standard produttivi richiesti per quanto riguarda il rispetto ambientale». Ma il direttore della Cia pone una distinzione tra carne che va alla grande distribuzione e quella destinata alla distribuzione locale. «Sicuramente nel secondo caso subentra la fiducia tra produttore e commerciante, per cui nelle macellerie bellunesi il prodotto è per il 99% locale, quindi controllato e migliore. Anche perchè rispetto all'estero, in Italia si consuma carne molto più giovane, sui 16-18 mesi. La qualità e la sicurezza, quindi, per ora da noi sono garantiti qualora si consumi prodotto locale. Per questo è necessario incrementare un sistema che rivaluti proprio il prodotto nostrano». (p.d.a.)

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