Cremazione per animali domestici, il servizio di Feltre

Dopo 10 mesi è tempo per un primo bilancio: utenza sotto le aspettative. Far cremare un gatto e ricevere le ceneri in un’urna costa 250 euro, per un cane di grossa taglia si può arrivare al doppio
R.c.

Il 10 marzo 2022 in via Cavalieri di Vittorio Veneto ha aperto “Il paradiso a 4 zampe”, il primo centro per la cremazione di animali domestici in provincia dotato di un proprio impianto. Un servizio certamente innovativo, che Stefano Cercenà ha voluto affiancare alla storica attività di carrozzeria ereditata dal nonno e dal padre e a quella di gestore della vicina palestra Virtus. Un servizio che gli è costato in termini di impegno e burocrazia e che per adesso ha raccolto un’accoglienza tiepida da parte dell’utenza.

Dopo 10 mesi è tempo per un primo bilancio: «Le premesse erano altre», ammette Stefano Cercenà, «ma resto convinto della bontà dell’idea, nata nel 2017 proprio per l’amore che nutro nei confronti degli animali. Adesso sto cercando di farmi conoscere anche nell’alta trevigiana, un’area che può raggiungere Feltre con facilità. Ho delle persone che vengono con i loro cani e gatti per farli cremare, ma il loro numero è inferiore alle attese. Forse il nostro territorio non è ancora pronto».

Un freno può essere rappresentato dal costo del servizio: cremare un gatto di taglia normale, con le ceneri consegnate in un’urna apposita costa 250 euro mentre il prezzo può quasi raddoppiare per un cane di grossa taglia. Nessuna sorpresa, tutto esposto chiaramente nel listino prezzi presente sul sito. D’altra parte chi ha un animale domestico sa bene cosa costa fare curare il proprio amico pelosetto da un veterinario.

«I costi sono in linea con quelli degli altri centri»; aggiunge Cercenà che ha allestito una saletta del commiato dove i proprietari possono vedere per l’ultima volta il loro animale prima di affidarlo all’impianto per la cremazione. «Cerco di dare un servizio curato perché so bene qual è il legame che si crea tra le persone e i loro animali domestici».

Un po’ più complicato l’approccio con la burocrazia: «La precedente amministrazione comunale mi ha chiesto uno studio di ricaduta dell’impianto. L’azienda che me l’ha venduto mi ha detto che era la prima volta che sentivano una cosa del genere. Forse in Comune mi avevano scambiato per la Hydro. Riuscire ad avviare l’attività è stata una corsa a ostacoli, e anche se al momento il servizio ha avuto meno successo del previsto, sono contento di avere reso possibile questo servizio». —

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