Cremazioni in aumento a Belluno serve un forno

Le richieste di cremazione dei defunti continuano a crescere e serve un inceneritore per le salme a Belluno. Lo dice la Regione – che ha appena approvato il piano per fare nuovi forni crematori – e il Comune si metterà al lavoro per soppesare costi e benefici che un impianto del genere porterà alla popolazione. Adesso le famiglie dei defunti devono spendere anche i soldi per il trasporto della salma del caro estinto agli impianti esistenti (il più vicino si trova a Treviso), oltre ai costi che comporta la cremazione stessa. Ci sono poi i tempi di attesa.
Il trend è in aumento da alcuni anni e sono ormai la metà i bellunesi che scelgono di farsi cremare, invece che seppellire a terra oppure tumulare in un loculo. A Belluno, nel 2017, le cremazioni erano state 345 su 742 decessi e «il dato è in crescita», dice l’assessore con la delega ai cimiteri Maurizio Busatta. «La cremazione sta diventando la forma più diffusa di sepoltura».
Per rispondere alle necessità e far fronte al numero dei posti per le ceneri che cominciavano a scarseggiare, «abbiamo appena realizzato 210 nuovi loculi collocandoli nei cimiteri di Prade (50), Cusighe (80) e Castion (80)», sottolinea l’assessore. A richiesta, l’urna sigillata può anche essere consegnata ai familiari per la conservazione a casa oppure per la dispersione delle ceneri, rispettando comunque le norme in materia di zone protette. Al di fuori del camposanto, è vietato invece l’interramento.
«Belluno è stato tra i primi centri in Italia ad istituire il registro volontario delle cremazioni», ricorda Maurizio Busatta, a sottolineare l’attenzione e la sensibilità del Comune sul tema. Il prossimo passo sarà analizzare la fattibilità della costruzione di un’infrastruttura pubblica per la cremazione in uno dei cimiteri cittadini, dopo l’approvazione da parte della Regione del piano per fare nuovi forni. È stata calcolata una necessità di quattordici crematori sul territorio veneto, di cui uno in provincia di Belluno.
«L’anno scorso il consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno che impegnava la giunta ad approfondire la questione una volta usciti gli indirizzi della Regione, per cui nei prossimi mesi lo faremo», conferma l’assessore con delega ai cimiteri. C’è da analizzare se sussistono le condizioni di mercato per la realtà provinciale bellunese: «Prevedere qualcosa adesso è azzardato, vedremo. Quella di Belluno è una realtà morfologicamente complessa e bisogna tenere conto delle priorità», commenta Busatta. «Comunque ci sono impianti prossimi alla provincia».
Al momento i crematori attivi in veneto sono sette, per un totale di dieci linee di cremazione.
Il consiglio regionale ha approvato due giorni fa la misura presentata dal leghista Riccardo Barbisan, che prevede un bacino medio tra i 400 mila e i 450 mila abitanti per crematorio, ipotizzando la necessità di un impianto a Belluno, due a Padova, uno a Rovigo, due a Treviso, due a Verona, due a Vicenza e quattro a Venezia. —
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