Cresce l’occupazione, 1.480 posti in più

Boom del turismo, in salute anche occhialeria e settore metalmeccanico. Bene l’export che segna un +2,6%
BELLUNO. Anche la provincia di Belluno sta agganciando il “sentiero stretto” della ripartenza economica, dopo i lunghi anni di crisi. Lo conferma il presidente della Camera di Commercio di Treviso Belluno, Mario Pozza, durante la tradizionale Giornata dell’economia. E se l’anno scorso si è registrato un boom di arrivi nel campo turistico, la ripresa ha portato l’aumento dell’occupazione e dell’export.


Occupazione.
Il 2016 si chiude con un saldo positivo di posizioni di lavoro dipendente, pari a +1.480 unità. Saldo che si aggiunge a quello altrettanto positivo (+1.300) del 2015. «Non bastano questi numeri per riportare il saldo in pareggio da inizio crisi, anche se il gap si è ridotto: dai -6 mila posti di lavoro del 2014 ai -3.200 del 2016», precisa Federico Calligari, responsabile camerale del settore statistica e studi. «Dunque, l’inversione di tendenza c’è sul piano occupazionale ed è estesa a più settori: l’occhialeria, in primis, presenta un saldo occupazionale annuo di +632 unità ed è anche l’unico settore manifatturiero ad avere recuperato i posti persi durante la crisi». Saldo positivo anche per il metalmeccanico: «Per l’intero comparto dell’industria questa dinamica positiva è proseguita anche nel primo trimestre 2017 (+850 il saldo fra assunti e licenziati)». Nel commercio e tempo libero (alberghi e pubblici esercizi) il saldo vede un +348 unità, in accelerazione rispetto all’anno precedente (+192).


Disoccupazione.
Il tasso di disoccupazione si assesta sul 6,2%, in linea con il 2015 (6%) e in calo rispetto al 2014 (7,5%) con un amento soprattutto tra le donne (7.6%).


Export.
Le esportazioni manifatturiere hanno sfiorato il muro dei 4 miliardi di euro nel 2016. Rispetto al 2015 sono aumentate del 2,6% (+1,3% in Veneto). «Nel recente passato si parlava di crescita a due cifre: ma nel 2016 l’intero commercio mondiale ha risentito di una forte decelerazione, maturando un tasso di crescita del +1,3%, il più basso dell’ultimo lustro», continua il responsabile del settore statistica, che ha ribadito come «il 75% dell’export bellunese è sostenuto dall’occhialeria. Ma non meno rilevanti sono settori come quello dei macchinari industriali (che vale il 10,5% dell’export provinciale e cresce del 3,3% sul 2015)». Bene anche i prodotti in gomma e plastica (+12,1%), l’elettronica (+4,2%), l’abbigliamento (6,6%) e le altre apparecchiature elettriche (+5,1%). Le vendite comunitarie rallentano (dal +9,8% del 2015 al +4,3% del 2016), crollano quelle al resto del mondo (da +13,1% a +1,1%). La top five dei mercati di destinazione delle merci bellunesi vede gli Usa davanti a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Le importazioni bellunesi hanno la Cina come principale fornitore.


Le imprese.
Dal 2009 ad oggi sono sparite 868 imprese, il 5,7% del totale. Nel 2016 le sedi d’impresa attive sono diminuite ancora del -0,8% (-119), quelle artigiane del -1,3% (-66). A chiudere sono soprattutto quelle con pochi addetti, mentre le più strutturate reggono. I decrementi più cospicui hanno riguardato l’edilizia (-52 imprese), il commercio al dettaglio (-49), il commercio all’ingrosso (-31) e la metalmeccanica (-19). Per quanto riguarda il commercio, la provincia di Belluno è l’unica in Veneto ad aver registrato tra 2009 e 2016 un arretramento del numero delle imprese e della superficie totale di vendita (ridotta di quasi 30 mila metri quadrati, -9,3%). In aumento i servizi alle imprese (+21) e alla persona (+23). Recupera l’agricoltura con +21 imprese. Qui gli imprenditori sotto i 29 anni sono passati da 125 a 145.


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