Crescono i redditi in città. Massaro: «Ecco la ricetta»

Il sindaco analizza le ragioni dei dati dell’ultimo anno: «Bassa pressione fiscale ma con servizi di qualità, credibilità e affidabilità nei confronti dei privati»

BELLUNO

I redditi dei cittadini bellunesi crescono e superano il livello pre crisi, i poveri non aumentano, i turisti fanno il tutto esaurito e gli imprenditori investono in maniera consistente. Sono numeri da promozione quelli evidenziati nelle statistiche cittadine dell’ultimo anno. Ad interrogarsi sui motivi di questo successo bellunese, rivendicandone alcuni meriti, è il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che spiega qual è stata la ricetta proposta dalla sua amministrazione.

«I dati sui redditi», spiega Massaro, «evidenziano un maggior dinamismo di Belluno rispetto al passato e ad altre città. I fattori sono diversi ma credo che siano il frutto di alcune nostre scelte. Innanzitutto la forte volontà di mantenere la pressione fiscale più bassa possibile, fattore determinante sopratutto per le imprese, come ci è stato riconosciuto da più organizzazioni di categoria che ci hanno anche messo sul podio».

Contenere le tasse significa anche ridurre le entrate del Comune che così rischia di dover abbassare il livello dei servizi: «Consapevoli di questo rischio», prosegue il sindaco, «abbiamo lavorato moltissimo per ottimizzare costi, risorse e macchina organizzativa, con il risultato che il livello dei servizi è stato incrementato, dando un ulteriore incentivo alle imprese e al turismo in particolare. Queste due scelte stanno funzionando e ora ne osserviamo i frutti». Al termine di un’estate eccezionale come questa, il sindaco punta l’attenzione proprio sul turismo: «È esploso, portando introiti che aiutano lo sviluppo della città, pur non risolvendo tutti i problemi. Commercio, ristorazione e accoglienza ne hanno beneficiato e sono nate diverse attività economiche. Ma ciò che è più importante è che, oltre al dato quantitativo, osserviamo anche una crescita della qualità dell’offerta».

Tra gli elementi più solidi della ripresa, ci sono gli investimenti privati, anche consistenti come quello fatto da Chemello e Francavilla sull’ex Banca d’Italia: «Abbiamo lavorato per creare le condizioni ideali per le imprese», prosegue Massaro. «Spinta e diffusione della banda ultra larga, bassa pressione fiscale e ricerca di una rinnovata credibilità e affidabilità della pubblica amministrazione agli occhi delle imprese. I risultati sono davvero interessanti, penso all’ex banca d’Italia, ma vedo anche librerie belle e vivaci, locali moderni e in generale un deciso rinnovamento che ha alzato la qualità generale. Abbiamo cercato di creare le condizioni affinché le imprese investissero in città, sia nei servizi (che vedono al lavoro le cooperative) che negli altri settori. La crescita del reddito medio dei bellunesi ne è lo specchio».

Ora però bisogna andare avanti e potenziare ulteriormente la crescita: «Questa è la sfida e lo step successivo sarà ancora più elevato e verrà dal piano di rigenerazione urbana. 35 milioni di euro di investimenti più quelli sull’ex Banca d’Italia faranno sì che la città ne uscirà trasformata. Questo dimostra che dal degrado è possibile creare valore socio economico. Faccio un piccolo esempio: l’area di Lambioi in passato era una zona degradata della città. Oggi ha elevato la qualità della vita dei bellunesi, ma funziona anche da traino per piccole attività e progetti futuri ancora più rilevanti». —

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