Crescono le assunzioni ma in 3 mila restano a casa

I contratti a tempo indeterminato sono 555 in più rispetto all’anno scorso In aumento i lavoratori dai 30 ai 54 anni (+245), in flessione gli under 30 (-60)

BELLUNO. Nel primo trimestre del 2018, in provincia, resta ancora negativo il saldo tra assunzioni e uscite dal mondo del lavoro, anche se è in leggera diminuzione, rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma continua la ripresa, come testimonia l’aumento dei contratti a tempo indeterminato. Questi i dati emersi dal report della Cisl, presentato dal segretario generale aggiunto Rudy Roffarè e dal segretario con delega al mercato del lavoro Gianni Pasian.

Il saldo. Negativo (-510) il saldo tra assunzioni e licenziamenti nel primo trimestre 2018, influenzato dalla fine della stagione turistica invernale. Ma il dato è comunque migliore di quello registrato nello stesso periodo del 2017 (-695). Per raggiungere i livelli precrisi del 2008 (quando l’occupazione era ai massimi livelli), a marzo mancavano circa 3.085 posti di lavoro (nel 2017 erano 4.375). In poche parole, sono stati recuperati 1.300 posti in un anno. «Dal 2014, quando i disoccupati erano 9.075, ad oggi la crescita è stata di oltre un migliaio di dipendenti all’anno. Se il trend dovesse essere confermato, è possibile che entro il 2019 si arrivi a un saldo pari a zero», azzarda Pasian.

I contratti. «Dopo anni», dicono Roffaré e Pasian, «è cresciuto anche il numero dei contratti a tempo indeterminato, che nei primi tre mesi dell’anno rappresentano il 13% del totale. Il saldo è di +395 contro i -160 dello stesso periodo dell’anno scorso. Ciò è dovuto all’aumento delle assunzioni e alle trasformazioni dei contratti (rispettivamente +36,6% e +140,8% nel primo trimestre 2018 rispetto al 2017). «Sull’aumento dei contratti a tempo indeterminato (in un anno sono passati dal 10,6% al 12,9%)», spiega Pasian, «incide molto il Bonus assunzioni previsto dalla Legge di Bilancio 2018, che prevede uno sgravio contributivo del 50% per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani fino a 35 anni, requisito che a partire dal 1° gennaio 2019 scenderà a 30 anni».

Crescono, seppur di poco, i contratti di apprendistato (da -75 nel primo trimestre 2017 a +5 nello stesso periodo 2018), mentre diminuiscono quelli in somministrazione (dai 920 del 2017 agli attuali 310). Saldo negativo per i contratti a tempo determinato che restano il 50,4% del totale.

I lavoratori. Le donne sono sempre le più penalizzate: per loro il saldo è negativo, anche se in leggera diminuzione (da -580 nel primo trimestre 2017 a -550 nel marzo scorso). Per gli uomini, invece, segno positivo (+40). Aumentano i lavoratori (seppur ancora il saldo sia negativo) tra i 30 e i 54 anni, in flessione gli under 30. «È importante a questo punto far incontrare domanda e offerta e far seguire corsi di formazione ai lavoratori per essere più appetibili sul mercato», conclude Pasian.

I settori. L’industria chiude il primo trimestre con un saldo occupazionale positivo (+715), ma inferiore rispetto al 2017 (+1.035). Occhialeria e metalmeccanico riprendono a crescere dopo la battuta d’arresto di fine 2017. L’aumento dei posti di lavoro è però inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: la prima chiude il trimestre con un saldo di +70 contro il +335 dello stesso periodo 2017; il secondo con +475 contro il +590 del 2017. In crescita l’industria chimica-plastica (+150) e in ripresa anche le costruzioni: +230 il saldo del 2018. La diminuzione delle assunzioni è ascrivibile ai servizi turistici, che segnano un -1.430, dato negativo fisiologico legato alla fine stagione e comunque in miglioramento rispetto a marzo 2017, quando il saldo era -1.985. Calano trasporti e magazzinaggio (da -225 a -195) e i servizi di pulizia (da 50 a -65 il saldo).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi