Crisi all’Ideal: «Un tavolo in Regione»
QUERO. Salvare il salvabile, ovvero strappare almeno la cassa integrazione per i cinquanta dipendenti dell’Ideal di Quero che rischiano di finire in mobilità e dunque di perdere definitivamente il posto di lavoro. È’ l’obiettivo dei sindacati, che giovedì hanno aperto il confronto con l’azienda, ma anche delle forze politiche che si stanno schierando accanto agli operai e alle loro famiglie. Ieri Dario Bond, capogruppo del Pdl in consiglio regionale, ha chiesto formalmente all’assessore regionale Elena Donazzan di aprire un tavolo a Venezia, perché si cominci a parlare di cassa integrazione. «Dobbiamo scongiurare il peggio, ovvero l’immediata messa in mobilità di un terzo della manodopera», ha detto Bond. «L’Ideal è una delle fabbriche più importanti del Basso Feltrino, dobbiamo tentare il tutto per tutto per limitare i danni».
L’azienda, che da più di 35 anni produce componentistica per l’occhiale, per adesso resta ferma sulla sua posizione. La crisi c’è e si fa sentire, gli interinali (una trentina) sono già stati tagliati e 150 dipendenti non sono più “sostenibili”. Ma esistono alternative alla mobilità e tutti, dai sindacati all’amministrazione comunale fino alla Regione, proveranno a difendere i posti di lavoro. «Come amministratori locali non possiamo mollare la presa», diceva ieri il sindaco Sante Curto. Dalle sorti dell’Ideal dipende il destino di molte nostre famiglie e quindi la tenuta economico-sociale della nostra comunità». Obiettivo del tavolo regionale chiesto da Bond e dal Comune è l’attivazione della cassa integrazione. «È il minimo a cui si possa puntare», dicono il sindaco e il capogruppo del Pdl. «Mettere in mobilità cinquanta lavoratori significa condannare altrettante famiglie all’incertezza». I due confidano nella mediazione dell’assessore Donazzan, che «sta dimostrando grandi capacità nella gestione di questo genere di crisi, come dimostra il caso Acc». Curto però non si accontenta di un intervento della Regione e annuncia che chiamerà in causa anche i parlamentari bellunesi: «Voglio che questa partita sia giocata a tutti i livelli e che sia la più trasversale possibile», dice il primo cittadino. Anche il vicesindaco Zanolla, componente del consiglio di amministrazione di Veneto sviluppo, è pronto a difendere l’azienda: «Si deve parlare del know-how e del rilancio che questa fabbrica ha coltivato negli anni. Questa fabbrica è di assoluta eccellenza ed è conosciuta in tutto il mondo. Per questo chiediamo ai vertici aziendali di aprire un confronto sereno nell’interesse dei lavoratori e del territorio».
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