Crisi: nel 2010 i licenziati superano i nuovi assunti
Saranno 810 in più rispetto allo scorso anno (+12.5%)
Sopra un lavoratore all’opera
BELLUNO.
Nel 2010 il numero dei licenziati sarà superiore a quello dei nuovi assunti. A dirlo è uno studio della Cgia di Mestre, reso noto in questi giorni. E la provincia di Belluno, secondo le previsioni, vedrà i licenziati crescere almeno del 12.5%.
«Nonostante i timidi segnali di ripresa registrati in questi ultimi mesi, gli effetti della crisi economica esplosa negli anni scorsi continuerà a far crescere il silenzioso esercito dei senza lavoro», precisa Giuseppe Bortolussi, presidente dell'associazione veneta. Lo studio ha messo a confronto il tasso di disoccupazione delle province con le previsioni occupazionali, fatte dagli imprenditori italiani nell'indagine conoscitiva elaborata da Excelsior-Unioncamere.
Un dato che è arrivato nel giorno in cui anche Veneto Lavoro ha pubblicato i dati sulla situazione economica regionale, tracciando un quadro che non parla certo di ripresa.
E anche se la provincia di Belluno, tra le sette venete, è quella messa meglio, il dato deve essere comparato con la popolazione e la forza lavoro, numericamente inferiori rispetto agli altri capoluoghi.
«Nel 2009 le persone che hanno perso lavoro sono state 4.114, pari a un tasso di disoccupazione del 4.4%», si legge nello studio. «Per l'anno in corso, invece, secondo le previsioni gli assunti saranno 3.820, mentre i licenziati 4.630, con un saldo negativo pari a 810 unità. Tutto questo significa che avremo un 12.5% di disoccupati in più rispetto al 2009».
I dati sui licenziamenti di Belluno sono superiori a quelli di Padova e di Rovigo, mentre sono di poco inferiori a quelli di città come Treviso e Verona. Questo significa che, in proporzione, la situazione montana è peggiore rispetto al resto del Veneto, come da tempo i sindacati vanno dicendo.
A livello nazionale, secondo la ricerca della Cgia, a fronte di una previsione di 802.160 nuove assunzioni, sono ipotizzati 980.550 licenziamenti, con un saldo negativo di 178.390 unità. «Secondo le stime del ministero dell'Economia», precisa il presidente della Cgia, Bortolussi, «il tasso di disoccupazione nazionale dovrebbe aumentare di quasi un punto, attestandosi all'8.7%. E se queste cifre saranno confermate, significa che i disoccupati saranno circa 2,2 milioni».
Intanto, crescono anche le ore di cassa integrazione in provincia, in controtendenza rispetto al resto del Veneto. Come Cgil e Cisl hanno già evidenziato, se nelle altre province si è registrata una tregua nella richiesta e autorizzazione della cassa, nella provincia montana c'è una crescita.
A preoccupare è anche il boom fatto registrare dalla cassa in deroga che, al 15 settembre, per la provincia di Belluno ha interessato 118 aziende (artigiane, terziarie, ma anche cooperative e studi professionali) e 554 dipendenti.
La crisi, oltre che distante dall'essere superata, non ha risparmiato nessuno.
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