Crisi record: 120 richieste di cassa in deroga

Numeri shock per i primi due mesi del nuovo anno in provincia di Belluno Deola (Fim Cisl): «Sommersi dalle domande delle imprese artigiane»
Limana, 25 ottobre 2006, sciopero alla sest
Limana, 25 ottobre 2006, sciopero alla sest

BELLUNO. La crisi ormai non ha più limiti e inizia a lanciare i primi segnali di una situazione che, nei primi tre mesi dell’anno, è in caduta libera.

Come denuncia il segretario della Fim Cisl Bruno Deola, le richieste di ammortizzatori sociali diventano ogni giorno più elevate.

Soltanto nei primi due mesi del 2013, a livello provinciale il sindacato ha firmato oltre 120 richieste di cassa in deroga per altrettante imprese. «Siamo di fronte a un’emorragia che non dà impressione di potersi arrestare. La crisi ormai non conosce limite. Fino all’anno scorso era inimmaginabile pensare di trovarsi di fronte a centoventi richieste in appena due mesi, ma ormai l’emergenza è all’ordine del giorno. E questo non può che aumentare in tutto il sindacato la preoccupazione per ciò che potrà succedere».

Le 120 richieste arrivano dalle imprese dell’artigianato e comprendono tutti i settori dal metalmeccanico al manifatturiero, dall’edilizia al terzo settore. Insomma, «nessuno può dirsi esente da questa moria che sta investendo sempre più il nostro territorio», prosegue il segretario aggiunto della Fim Cisl di Belluno-Treviso.

E ciò che preoccupa maggiormente è rilevare che inizia a scricchiolare quello che un tempo sembrava essere il tessuto base dell’economia del Bellunese.

«Si tratta di imprese che hanno diversi lavoratori alle loro dipendenze», sottolinea ancora Deola, «e quello che stupisce è che moltissime altre in questi cinque anni di crisi hanno già ridotto il personale; tante hanno addirttura chiuso. Siamo di fronte alla difficoltà di un tessuto che è già stato provato, che è già stato colpito in maniera forte e che ora sembra non riuscire più a resistere a questo impatto pesante».

Per il segretario della Fim provinciale la situazione sta diventando insostenibile. «Non eravamo certo abituati a questi numeri, soprattutto in così poco tempo. La situazione sta diventando pericolosamente preoccupante e ciò che è peggio è che non si vede all’orizzonte alcun segnale di ripresa, come qualcuno vuol far credere. La speranza è che il prossimo governo possa attuare delle politiche a sostegno del lavoro e dell’occupazione».

Paola Dall’Anese

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