Croce astile più alta del mondo per il centenario di Wojtyla

Sarà issata questa estate sul Faloria l’opera di Andrea Trisciuzzi: sale per 18 metri e la commissionò lo stesso Giovanni Paolo II. In Faloria il Papa salì nel 1996



CORTINA

Sarà innalzata questa estate sul monte Faloria a Cortina d’Ampezzo la croce astile più alta al mondo, che è stata benedetta nel veronese lunedì, giorno del centenario della nascita di santo Papa Giovanni Paolo II.

La benedizione è stata impartita da don Maurizio Viviani, direttore del Museo diocesano d’arte di Verona, che ha brevemente ricordato Papa Wojtyla e illustrato le figure che danno vita alla croce alta ben 18 metri, opera dello scultore Romano Andrea Trisciuzzi e fortemente voluta da Mirko Zanini, presidente dell’Associazione culturale “Totus Tuus”.

Alla cerimonia erano presenti anche don Flavio Bertoldi, parroco della parrocchia di Isolalta a Vigasio; Mirko Zanini, presidente dell’Associazione culturale Totus Tuus; Tommaso Teofoli e il vicesindaco di Cortina d’Ampezzo, Luigi Alverà. Un’opera d’arte, ma anche un’opera di ingegneria: le figure sono scolpite in una resina a elevata resistenza e sostenute da un palo di metallo e carbonio, che garantisce stabilità a tutta la struttura.

La croce si potrà ammirare sul Faloria a ricordo di un apostolato, che ha segnato le sorti del mondo.

«Purtroppo la pandemia causata dal Coronavirus», spiega Mirko Zanini, «ha condizionato il nostro sogno di essere già sul Faloria, ma la ripresa delle messe nelle Chiese proprio nel giorno del centenario della nascita di Papa Wojtyla significa che la mano del Santo è protesa non solo verso l’alto, come nella scultura, ma anche dall’alto verso il basso, verso il suo popolo».

In cima al Faloria, dove il Santo Papa salì nel 1996, sulle montagne a lui tanto, verrà posizionata la croce da egli stesso commissionata allo scultore: avrebbe dovuto svettare già da ieri se la pandemia non avesse condizionato i tempi per la sua definitiva collocazione in alta quota.

Alta 18 metri e unica di questa misura, la croce è stata realizzata dallo scultore romano Andrea Trisciuzzi, che ne ha prodotte altre sette da 2,20 metri su indicazione di Giovanni Paolo II portate anche al Polo Nord, al Polo Sud e su vette alpine per ricordare il mandato di Gesù ai discepoli “Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”.

Simbolo del cristianesimo, la croce ricorda il sacrificio di Gesù e, soprattutto nelle processioni, sormonta un’asta retta da chi apre il corteo di fedeli.

Alla base della croce astile, è scolpita una figura umana ripiegata su se stessa e sullo stelo figure di uomini si arrampicano verso Cristo: un particolare interpretazione del dolore e dell’incontro di persone che alleviano e spartiscono il peso della sofferenza.

Una di quelle più piccole era stata benedetta e posizionata in Faloria nel luglio scorso in attesa di portarvi la croce alta 18 metri. Appena saranno terminati tutti i condizionamenti legati alla pandemia sarà organizzata una cerimonia religiosa per porre la croce che sarà visibile dalla Conca ampezzana. —

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