Croce Bianca, contestata un’evasione da 300 mila €
LIVINALLONGO. Tasse non pagate su una base imponibile di quasi 300 mila euro. È l’evasione contestata dagli uomini della Guardia di Finanza della Tenenza di Agordo all’associazione Volontari Croce Bianca Arabba, a seguito di una verifica fiscale avviata la scorsa primavera e conclusasi a ottobre. Controlli che hanno portato le “fiamme gialle” a disconoscere all’associazione i requisiti per godere fiscalmente dello status di Onlus: la Croce Bianca di Arabba è stata di fatto riqualificata ad attività avente natura commerciale e su questa base i finanzieri hanno poi ricostruito, prendendo in esame le ultime cinque annualità, una base imponibile di quasi 300 mila euro (di introiti) sulla quale non sono state versate le imposte.
Requisito, quello di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, che la Gdf avrebbe considerato decaduto partendo proprio dal mancato rinnovo della convenzione con l’Usl per il servizio di primo soccorso nell’ambito del servizio pubblico “118”: convenzione rimasta in vigore fino al 31 marzo 2012.
I verbali della Guardia di Finanza sono stati subito trasferiti all’Agenzia delle Entrate, che dovrà calcolare importi e interessi da pagare e le sanzioni amministrative dovute.
Evasione che rappresenta in ogni caso solo l’ultimo capitolo della tormentata storia della Croce Bianca di Arabba. Recentemente, infatti, solo un decreto ingiuntivo del tribunale e l’intervento dell’ufficiale giudiziario hanno convinto, dopo due anni di trattative, il presidente dell’associazione, Paolo Delmonego, a restituire al Comune di Livinallongo l’ambulanza, acquistata grazie a un contributo di oltre 90 mila euro del Fondo Letta per i Comuni di confine e ora a disposizione della Croce Bianca Fodom (33esima sezione della Croce Bianca di Bolzano, seconda nel Bellunese dopo quella di Cortina), sorta nel 2012 proprio per colmare il “vuoto” nel servizio di primo soccorso nel comprensorio di Livinallongo e Arabba.
Prossimo (annunciato) capitolo, invece, quello sulla sede di via Freine 18, ad Arabba. «Quella sede appartiene alla comunità fodoma e deve tornare al servizio a cui era stata destinata alla fine degli anni Novanta. Una sede che oggi, bisogna ricordarlo, vede invece i locali del piano terra affittati a uno studio medico e l’appartamento all’ultimo piano, inizialmente pensato per ospitare i volontari della Croce Bianca, occupato dalla sorella del presidente di un’associazione che da oltre due anni non svolge più un servizio di utilità per la nostra collettività».
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