Croce verde Val Biois, venti nuovi volontari

FALCADE. A maggio si aggiungeranno una ventina di volontari, ma si punta comunque all’assunzione di un dipendente. Febbraio sarà un mese tranquillo per la Croce Verde Val Biois dopo le grosse difficoltà registrate con l’inizio dell’anno. A marzo e ad aprile, invece, potrebbe essere nuovamente necessario l’aiuto di altre associazioni di volontariato nel campo del soccorso per coprire i buchi nei turni. A maggio, infine, con l’ingresso di nuove leve le cose dovrebbero assestarsi. Almeno per un po’.
«Per fortuna febbraio ha solo 28 giorni», scherza il presidente della Croce Verde Val Biois, Stefano Murer, «e riusciremo a coprire tutti i turni h24 con i nostri effettivi. A marzo e ad aprile, però, perdo i volontari che lavorano nel settore dell’edilizia e ancora non ho a disposizione quelli che operano sugli impianti di risalita. Pertanto non sarà semplice. Tuttavia abbiamo avuto la disponibilità del Suem e anche delle altre associazioni sia agordine che della parte bassa della provincia per venirci incontro».
Nel frattempo, a fine febbraio, partirà la formazione dei nuovi volontari. «Abbiamo contattato una ventina di persone», dice Murer, «che si sono dette disponibili a diventare volontari. Credo che per maggio potranno essere pronti per svolgere il servizio e per dare respiro agli altri volontari e all’associazione stessa». Associazione che, con marzo, riaprirà anche il tesseramento e la raccolta fondi che erano stati bloccati a gennaio considerati i dubbi sul proseguimento dell’attività. «Ad aprile», annuncia poi il presidente della Croce Verde, «ci sarà l’annuale assemblea dei soci che quest’anno avrà fra i punti all’ordine del giorno anche il rinnovo del direttivo. In quell’occasione formulerò la proposta, sulla quale sarà l’assemblea a decidere, di assunzione di un dipendente che svolga 40 ore a settimana in parte per attività di soccorso, in parte per attività di segreteria. Sto aspettando la risposta dal commercialista, ma credo che il costo si aggiri sui 50 mila euro l’anno. Per coprire questa eventuale cifra credo dovremo alzare leggermente il costo del tesseramento (oggi 11 euro per la singola, 22 per la famigliare) e chiedere qualcosa in più agli operatori turistici. D’altronde il 50% dei viaggi li facciamo per i turisti».
Dei problemi del soccorso si è parlato anche venerdì nell’incontro tra amministratori e Usl (vedi articolo sul laboratorio analisi) a cui hanno partecipato anche il primario del Suem, Giovanni Cipolotti, e il primario del pronto soccorso di Agordo, Paolo Favi. «Abbiamo chiesto l’incontro», spiega il presidente dell’Unione montana, Fabio Luchetta, «per farci portavoce dei problemi emersi in vallata. L’Usl ci ha rassicurato che i corsi di formazione potranno ripartire e questa è una buona notizia. Certo siamo consapevoli che non basterà per risolvere una questione legata a vari fattori. Siamo pronti ad affrontarla di concerto con i responsabili delle associazioni, con l’Usl e con la politica». (g.san.)
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