Cronotachigrafo alterato, la Polizia smaschera un dispositivo ingegnoso

Il camionista romano, dipendente di una ditta di trattamenti rifiuti, è stato segnalato e il mezzo è sotto sequestro



Ha taroccato il sistema di rilevazione del cronotachigrafo dell’autoarticolato della ditta per la quale lavora, ma è stato smascherato dagli agenti della polizia stradale di Feltre, che la sera del 12 giugno lo hanno fermato lungo la Fenadora – Anzù mentre viaggiava in direzione di Fonzaso. Un sistema ingegnoso quello escogitato dal romano M. C. , 45 anni, dipendente di un’azienda di Latina che si occupa di rifiuti.

Una schedina elettronica, inserita nel sensore del cronotachigrafo, serviva a manomettere l’apparato permettendo grazie all’uso di un semplice telecomando per cancelli di percorrere chilometri e chilometri di strada facendo figurare che il camion era però fermo.

Un artificio scoperto solo grazie all’esperienza dei due agenti della polizia stradale di Feltre che avevano fermato l’autoarticolato per un semplice controllo di routine. Il primo risultato è che l’autoarticolato è stato messo sotto sequestro, mentre il camionista si è visto affibbiare una sanzione di 2.000 euro cui va aggiunta la sospensione della patente da 15 giorni a tre mesi e la segnalazione all’autorità giudiziaria per avere infranto l’articolo 437 del codice penale, cioè la rimozione di sigilli posti al fine di evitare infortuni sul lavoro.

IL CONTROLLO

La pattuglia della Stradale di Feltre è ad Anzù per un normale posto di controllo quando vede passare un autoarticolato che dopo avere percorso la rotatoria imbocca la Fenadora – Anzù. Gli agenti decidono di seguirlo e lungo quel tratto di strada fermano il mezzo pesante.

Il controllo del cronotachigrafo con il police controller evidenzia un’anomalia nei dati riportati, nel senso che il tratto di strada percorso dalla curva della chiusa al punto in cui il Tir è stato fermato risulta essere stato percorso in un tempo troppo breve.

I poliziotti si insospettiscono e dispongono il sequestro dell’autoarticolato che viene portato al distaccamento di polizia stradale di Feltre per effettuale ulteriori accertamenti sul mezzo.

LA MATTINA DOPO

Il Tir, condotto da M.C. e scortato dalla pattuglia viene portato a Belluno su disposizione del comandante Tiziano Vittore Speranza, in un’azienda specializzata nell’installazione e nella calibrazione dei cronotachigrafi.

Qui iniziano delle prove che confermano delle anomalie nel funzionamento dello strumento.

LA SCOPERTA

A quel punto si decide di smontare il sensore del cronotachigrafo digitale installato sul Tir sospetto ed è così che i tecnici della ditta incaricata dalla polizia stradale si rendono conto che il dispositivo è stato manomesso. Una volta aperto, ecco la sorpresa: viene trovata una schedina elettronica tarocca montata sul scheda originale in grado di modificare i dati.

Il camionista tenta di difendere l’indifendibile e poi, messo alle strette, rivela dove si trova l’apparecchio che permette di gestire il sistema. Si tratta di un semplice telecomando che normalmente viene usato per l’apertura dei cancelli. Ed è con quello che il camionista, a piacimento, era in grado di “silenziare” il cronotachigrafo continuando a guidare senza che l’apparecchio registrasse nulla. Tra l’altro con il comando inserito il camion era primo di Abs e limitatore di velocità. Una vera e propria bomba in circolazione sulle strade.

MINA VAGANTE

Ciò significa che M.C. poteva stare al volante senza rispettare i tempi di riposo e le pause necessarie per garantire una guida in condizioni psicofisiche ottimali, continuando a circolare costituendo un pericolo. La polizia stradale combatte con decisione questo tipo di infrazioni che vanno a mettere repentaglio la sicurezza di chiunque circoli sulle strade.

Gli agenti stanno continuando le indagini per verificare se oltre al camionista ci siano altri responsabili della manomissione. —



Argomenti:camionpolstrada

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi