Csi, celebrati settant’anni di impegno

Al sodalizio sportivo conferito il premio Beato Bernardino. Feltre&Lavoro ad Auto Giusti e all’occhialeria Tonet e Galvani
auto giusti
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FELTRE. Dallo sport come promozione educativa, all'imprenditoria familiare che ha dato prova di coraggio e fiducia per non soccombere alla crisi, prima congiunturale poi strutturale, in virtù di un rapporto fidente e fiduciario nelle comunità dove operano tuttora.

La Famiglia Feltrina con il suo presidente Gianmario Dal Molin ha assegnato ieri il premio Beato Bernardino al Centro sportivo italiano in occasione del settantesimo anno dalla fondazione, e il premio Feltre&Lavoro, organizzato con il patrocinio della Comunità montana feltrina, a due aziende la cui tenuta si è resa possibile grazie al coraggio di investire e alla solidità della conduzione familiare: l'occhialeria Tonet e Galvani di Marsiai e Auto Giusti di Feltre, presentate rispettivamente da Ennio Vigne, già presidente della Comunità montana feltrina e “storico” sindaco di Santa Giustina, e da Giancarlo Cozzi che si è consegnato alla storia dell'ospedale feltrino per la gentilezza d'animo e per le competenze in economato.

Per il premio Beato Bernardino è stato assegnato a Renato Beino il compito di illustrare il ruolo e le funzioni del Centro sportivo consiglio di Feltre, che ha avuto valenza provinciale fino al 1956, partendo dagli albori, cioè dall'unità di base rappresentata dalla parrocchia e dai pionieri che hanno messo la pietra miliare sull'autonomia del Csi feltrino. Fra questi Luigi Doriguzzi, Felice Dal Sasso, don Luigi Feltrin. Quando, il 22 luglio 1945, è nata la sottosezione Csi di Feltre, ha ricordato Beino, la disponibilità di impianti sportivi era quella da “dopo guerra”: due campetti per il calcio al patronato di via Luzzo e al seminario, una piattaforma di cemento agli Angeli attrezzata alla bell'e meglio per il basket, nessuna palestra. Ma dalle aree verdi messe a disposizione dalle parrocchie, i pionieri hanno saputo riconvertire e trasformare campi regolamentari di calcio e pallacanestro. E da cosa è nata cosa: i tornei di calcio, le prime giornate sulla neve, le escursioni in montagna, i campeggi estivi organizzati da «un dinamico pretino, nuovo cappellano del Duomo, quel don Giulio Perotto che diventerà l'anima spirituale del Csi feltrino». E' dal 1950, ha ricordato Beino, che si sviluppa la storia moderna del Csi, inaugurata dal presidente Giancarlo Lazzarotto. Si è passata in rassegna la lunga schiera di presidenti fino a soffermarsi sull'“epoca d'oro” di Enrico Brambilla, lunga trent'anni e interrotta dalla morte prematura, che idealmente ha passato il testimone all'attuale presidente, il fratello Alberto. Alberto ha preso l'eredità di Enrico e ne ha calcato le orme con piglio manageriale, ma senza calpestare il solido retroterra che ha visto il consiglio feltrino Csi quale promotore di eventi culturali e sociali, dal convegno sul tema di sport, alimentazione e salute, alla solida collaborazione con il comando militare locale, fino alla nascita del comitato pro-ospedale.

Laura Milano

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