Csv: «Siamo presidio territoriale»

Preoccupazione per l’accentramento dei centri servizio, si mobilitano i Comuni

BELLUNO. Un riordino del terzo settore era necessario, ma al Csv resta la preoccupazione per l’eventualità di un accorpamento, a livello veneto, di tutti i centri servizio per il volontariato. «Comporterebbe l’abbandono dei territori e delle associazioni, perché dubito che una realtà del Comelico andrebbe a Venezia a chiedere un parere su una questione burocratica come quelle di cui ci occupiamo». Rimane preoccupato, il presidente del Csv di Belluno Giorgio Zampieri, per la riforma del terzo settore, diventata legge in primavera.

«Il Csv fa un servizio di consulenza per la burocrazia, ma anche su aspetti delicati come le assicurazioni e la sicurezza. Il rischio è che senza un interlocutore sul territorio molte realtà decidano di mollare. Per questo chiediamo aiuto a tutti gli enti locali, affinché sostengano la necessità che i Centri servizio restino sul territorio».

Il Comune di Belluno aveva approvato, in febbraio, un ordine del giorno in tal senso. Poi lo ha inviato a tutte le amministrazioni e di recente il documento è stato approvato dal consiglio comunale di Pieve di Cadore. «Il nostro territorio ha caratteristiche morfologiche peculiari, una percentuale di anziani soli elevata, problemi di viabilità, bisogni diversi», si legge nella delibera. «Le fragilità delle associazioni sono aumentate per via di adempimenti e burocrazia, difficoltà di ricambio generazionale, debolezza economica e di rappresentanza». Si ritiene dunque necessario che «la governance dei Csv resti saldamente nelle mani del volontariato e il loro finanziamento sia stabile e su programmazione triennale».

Anche perché i Csv saranno chiamati a svolgere attività più numerose rispetto a quelle attuali: «Anche le pro loco e le associazioni sportive dilettantistiche potranno usufruire dei servizi del Csv. Dovremo capire come gestire questa mole di lavoro in più», continua Zampieri. Che trova anche molti aspetti positivi nella riforma del terzo settore: «Il decreto attuativo sul servizio civile prevede un ampliamento del servizio ma anche maggiori finanziamenti. Anche creare un unico registro delle associazioni di volontariato, nazionale, è un bene per uniformare il sistema. Inoltre sarà stabilizzato il 5 per mille. La riforma sta mettendo a posto tante cose», conclude, «anche sotto l’aspetto burocratico, fiscale e giuridico, ma è necessario che i centri servizio restino distribuiti nei territorio, quale presidio per le associazioni». (a.f.)

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