Cura dei bambini oncologici a Feltre: ci sono i fondi manca il personale

Stenta a decollare il progetto legato a una ricca donazione

per evitare ai piccoli pazienti le trasferte a Padova

Laura Milano
L’ospedale di Feltre
L’ospedale di Feltre

FELTRE. Ci sono centodiecimila euro da spendere nella formazione dei pediatri feltrini sulla gestione oncologica di bambini che, dopo l’instaurazione delle terapia ai centri di riferimento veneti, possano tornare all’ospedale “di casa” per il prosieguo delle cure. Ma i fondi, frutto della donazione di tre anni fa da parte della defunta Maria Sanvido di Cesio con destinazione precisata nelle volontà testamentarie, cui si aggiungono 20 mila euro di Mano Amica, sono rimasti congelati a causa della pandemia ma anche per la carenza di organico che non consentirebbe aggiornamenti a Padova ai pochi specialisti in reparto che devono garantire il funzionamento del servizio.

Rispetto all’ambulatorio di cure simultanee per i malati oncologici adulti attivato, sempre grazie alla donazione Sanvido, dall’ex primario di Oncologia Davide Pastorelli e dell’attuale primaria di Cure palliative Roberta Perin, il progetto per lo sviluppo delle cure oncoematologiche e palliative pediatriche è ancora al nastro di partenza.

Ne dà conto il presidente di Mano Amica, Paolo Biacoli dalle colonne del notiziario. Che scrive: «Purtroppo il progetto è ancora alla fase iniziale. È fuori discussione l’impegno dimostrato finora dal direttore generale Maria Grazia Carraro e dal presidente della Fondazione Città della Speranza Andrea Camporese. Fa ben sperare l’incontro organizzato dal direttore generale Carraro nei giorni scorsi per dare avvio al progetto».

Ed è stato proprio Loris Paoletti, curatore e garante delle volontà testamentarie di Maria Sanvido, a caldeggiare in questa occasione la ripresa di ciò che si è fermato. «So cosa hanno attraversato i medici con la pandemia in corso, con le necessità di garantire la massima efficienza del servizio pediatrico, so che hanno fatto e continuano a fare tanto. Ma si chiede loro di fare qualcosa di più, cioè di metterci tutto il cuore in questo progetto che permette ai piccoli pazienti ospedalizzati di avere le cure migliore in un ambiente familiare. Ricordiamoci che la donazione di Maria Sanvido era destinata anche e soprattutto a migliorare le condizioni di profonda sofferenza dei bambini malati e dei loro familiari. Se mancano i medici, e mi rendo conto che non è una cosa da poco, sappiamo di avere al nostro fianco anche la Città della Speranza che vuole fortemente il decollo di questo progetto».

Il rispetto della volontà di Maria Sanvido equivale a riconfermare Feltre come punto di appoggio per la provincia di Belluno quanto ad assistenza dei bambini malati di tumore, dai due ai tre ogni anno. Questo potrà consentire la cura antitumorale dei piccoli pazienti al Santa Maria del Prato, su protocolli terapici stabiliti dal centro di riferimento padovano.

La centenaria cesiolina Maria Sanvido attraverso l'esecutore testamentario Loris Paoletti, aveva voluto destinare i risparmi di una vita “a chi soffre”. Così Ulss e Mano Amica hanno individuato tre filoni, quello dell’estensione delle cure palliative a tutte le case di riposo, quello dell’ambulatorio per la gestione del dolore in pazienti oncologici e quello di Pediatria feltrina a misura di bambino molto malato.

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