Da bambina sognava i trattori da 27 anni guida le corriere

BELLUNO. «La passione per la guida ce l’ho ancora, ma quello che rattrista e fa riflettere è il contesto. Sto perdendo la fiducia nelle istituzioni, perché i tagli continui e massicci nei trasporti,...

BELLUNO. «La passione per la guida ce l’ho ancora, ma quello che rattrista e fa riflettere è il contesto. Sto perdendo la fiducia nelle istituzioni, perché i tagli continui e massicci nei trasporti, così come in altri settori, rendono anche il nostro lavoro ogni giorno più difficile». Paola Pesce è stata la prima donna ad essere assunta dalla Dolomitibus per guidare un pullman. E ancor oggi è alla guida. Risponde in un momento di pausa, prima di partire da Belluno verso Quantin.

«Sono di Belluno e faccio l’autista da 27 anni. Prima ero impiegata in un’azienda», spiega, «ma non era quello il mio sogno. Fin da bambina volevo guidare un trattore, poi ho sempre avuto la passione per camion, mezzi alti, articolati. Così un giorno ho colto al volo il suggerimento di un autista, che sulla tratta da Ponte delle Alpi-Belluno mi ha invitato a fare domanda. Così ho preso la patente DE, per autosnodati lunghi 18 metri, mi sono licenziata e sono venuta qui».

Quando ha iniziato a guidare? «Dal primo giorno. Sono stata assunta a Fusine di Zoldo e il primo viaggio è stato da Pecol a Belluno, tratta che ho fatto per vari anni. Poi ho girato da Ampezzo al Cadore, al Comelico, un po’ per tutta la provincia, fino a quando sono rientrata a Belluno dove vivo».

Paola Pesce ha una figlia di 16 anni. Problemi a conciliare il lavoro con la famiglia? «Mia figlia mi ha sempre detto che lei non ha mai avuto una mamma come tutte le altre. A pranzo non c’ero mai, a cena arrivavo in ritardo. Ma è il nostro mestiere».

Come sono i vostri turni? «I cosiddetti “nastri di lavoro” possono prevedere anche 12-13 ore, dal lunedì al sabato, e la domenica a rotazione. La guida effettiva è di sei ore e mezza, con varie soste previste dal regolamento, ma che non ti permettono effettivamente di riposare. Si può partire dalle 4.40 di mattina, con il servizio Luxottica, e arrivare alle 11 di sera, con il servizio Safilo. Puoi guidare tre ore, poi stai ferma altre tre, poi riprendi e così via. Chi lavora vicino può anche rientrare a casa, ma chi ha una sede lontana no».

Problemi? «Anzitutto la responsabilità. In ufficio puoi anche fermarti un attimo, ma al volante non puoi permetterti di essere stanca. Devi stare sempre vigile, attenta, un incidente può pregiudicare il tuo lavoro, basta la distrazione di un secondo».

È un lavoro rischioso? «Ultimamente qualche paura ce l’ho, certamente. E non solo per i turni serali. Se ti capitano dei ragazzetti ubriachi come ti difendi? E se c’è qualche maleducato o qualcuno che non vuole pagare il biglietto? È brutto dirlo, ma ormai quando sono alla guida non mi fido più di nessuno».

Stefano Vietina

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