“Da Benito” acquistato dal Ceis di don Gigetto

belluno. Attuare il reinserimento socio lavorativo di persone che vivono situazioni di disagio. Questo l’obiettivo con cui il Ceis ha acquisito l’hotel “da Benito” di Ponte nelle Alpi. Un punto di accoglienza storico a livello provinciale: l’albergo ha infatti aperto i battenti nel lontano 1953.
Il documento preliminare è stato firmato mercoledì 20 giugno, nello studio del commercialista Mario Bampo. Attorno al tavolo il presidente del Ceis, don Gigetto De Bortoli, con i suoi collaboratori, e i titolari dell’albergo, i fratelli Dal Farra, insieme ai loro consulenti. Destinazione dello stabile e nome dell’hotel resteranno gli stessi.
A cambiare sarà la gestione, affidata al Ceis. Tra bar, ristorazione e albergo saranno impiegate tra le cinque e le dieci persone, dopo una adeguata formazione. «Con le nostre modalità di azione abbiamo avviato negli anni diverse attività», sottolinea don Gigetto. «Questa nuova esperienza ci permetterà di dare continuità ai settori individuati come prioritari: terapia, formazione, lavoro. Lo scopo è reinserire dal punto di vista sociale e lavorativo i nostri utenti in disagio e altri lavoratori. Le persone disagiate, o che hanno perso il lavoro, sono purtroppo in numero via via crescente, a causa delle attuali situazioni di crisi economica e dell’occupazione».
Il modello che verrà attuato “da Benito” ricalca quello già operativo in altre strutture gestite dal Ceis, come il Centro Piero Rossi a Belluno e il Centro Valle Imperina a Rivamonte. «In questo momento è stato effettuato solo il primo passaggio, ossia l’acquisizione dell’attività», precisa don Gigetto. «Prima di poter partire dovranno essere chiuse tutte le pratiche burocratiche necessarie. Contiamo comunque di essere operativi in tempi brevi». Dal Ceis fanno sapere che l’accordo è stato possibile grazie al riconoscimento, da parte dei Dal Farra, del fine sociale dell’impegno del Centro, che si avvale pure della collaborazione delle cooperative, tra le altre, Integra e Mani Intrecciate. —
M.R..
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi