Da dipendente a titolare di ditta di disgaggi: una vita sulle rocce
LA STORIA
«Stiamo facendo dei lavori di bonifica su rocce e massi pericolanti, a protezione della Statale di Alemagna ai chilometri 110-112, per dare la massima sicurezza ai transiti verso e da Cortina. È un appalto Mondiali 2021, che abbiamo preso insieme ad una azienda svizzera».
Ivan De Martin Pinter è il titolare della Comelrocce di Padola, azienda specializzata proprio in bonifiche rocciose e interventi per dissesti idrogeologici. Anche sabato scorso era al lavoro, come del resto ogni giorno, con la sua squadra impegnata nella Conca ampezzana.
«In pratica», spiega, «stiamo mettendo in sicurezza tutto il costone, così da evitare che eventuali colate franose possano invadere la carreggiata sottostante e creare danni a chi transita in auto».
In particolare, in questo caso, le lavorazioni consistono nell’inserire sulla parete un reticolo di acciaio ancorato con chiodature da 500 mm, che vengono inserite nella roccia; poi nella posa di barriere paramassi di acciaio, di quelle ad alta resistenza, con pali alti 5,5 metri.
«Ho iniziato questo lavoro nel 1998, come dipendente, all’età di 17 anni. Poi, nel 2001», racconta Ivan De Martin, «ho aperto la partita Iva ed ho iniziato a lavorare in proprio, per le aziende più importanti del settore, in tutta Italia. Facevo dei turni fuori casa anche di un mese e mezzo, pur di farmi un nome ed inserirmi in questo settore, che non è facile e che vantava già in quegli anni una notevole concorrenza».
Ma, con un bel po’ di sacrifici, da Padola Ivan è riuscito a mettere su un’impresa che oggi dà lavoro a 9 collaboratori, «tutti muniti», specifica, «degli attestati necessari, di patentini per lavori a fune e per perforazioni di piccolo diametro. Età media sui 35 anni, tutti ovviamente con esperienza di parete; e siamo sottoposti a minuziose visite mediche annuali dato la delicatezza del nostro lavoro».
Ivan De Martin Pinter è nato nel 1981 a Padola, dove vive con la sua compagna, Katrina Vetra, giunta una quindicina di anni fa dalla Lettonia, ed i loro due figli Brando, nato nel 2007, e Kate, del 2012. Ma per lavoro gira in lungo e in largo per l’Italia.
«Adesso», spiega, «ho tre cantieri aperti: questo di Cortina, poi uno a Norcia, in Umbria, a seguito del terremoto, ed un altro in Liguria, dove svolgo circa l’80% della mia attività, sulla costa. Il lavoro è sempre una rincorsa: prima per prendere gli appalti, poi per completare i lavori nei tempi stabiliti ed evitare quindi le penali. Non è semplice lavorare in parete, ci sono le incertezze del clima, che a volte ci impongono uno stop sui programmi; ed infine aumenta di giorno in giorno la burocrazia e siamo tenuti a presentare carte su carte, nonché a ricevere visite sui cantieri, quasi quotidiane, da parte delle forze dell’ordine che verificano la correttezza delle procedure. Ed ogni sera faccio un report sulle lavorazioni fatte».
Sabato, con l’elicottero noleggiato a Fiames, ha portato in quota un po’di materiali.
«Per questo appalto», conclude, «abbiamo trasportato in elicottero una sessantina di pali alti 5, 5 metri e pesanti 11 quintali l’uno. E poi la speciale rete a reticolo corticale, nonché le chiodature per ancorarla alla roccia e mettere tutto in sicurezza. Adesso siamo agli ultimi dettagli prima di consegnare il lavoro». —
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